Corriere della Sera

Il leader M5S: la Camera spetta a noi E dà il via al confronto con i partiti

Di Maio inizia da Milano la campagna tra le imprese: applausi a Confcommer­cio

- di Emanuele Buzzi

Salvini e Padoan

Riconosce il successo a Salvini (che ricambia) e ironizza su Padoan: per Moscovici l’italia è ok

Una doppia partita. A Roma e a Milano, su due tavoli separati. Da un lato nella capitale i Cinque Stelle annunciano la volontà di «interloqui­re con le altre forze politiche» per scegliere i prossimi presidenti delle Camere. «Vogliamo figure di garanzia», scrivono sul blog. Parole che lasciano il posto ai fatti. La diplomazia assume i contorni di una telefonata, quella che Matteo Salvini fa a Luigi Di Maio in serata. Un colloquio (preceduto da un altro contatto tra Danilo Toninelli e il leghista Giancarlo Giorgetti) in cui il capo politico del Movimento ha rivendicat­o la presidenza di Montecitor­io: «Ho ricordato a Salvini che il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica del Paese, con il 32% dei voti, pari a quasi 11 milioni di italiani che ci hanno dato fiducia, e che alla Camera abbiamo il 36% dei deputati», spiega Di Maio su Facebook. E prosegue: «Per noi questa volontà è sacrosanta e vogliamo che venga rispecchia­ta attraverso l’attribuzio­ne al Movimento della presidenza della Camera». Un passo che serve tra l’altro per la battaglia sui vitalizi. Il leader ha anche riconosciu­to il «successo elettorale» della Lega (con Salvini che ha contraccam­biato) e ha dato il la ai futuri incontri per discutere la presidenza delle Camere: «Domani i nostri capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli si confronter­anno anche con le altre forze politiche». Tra queste, anche i dem. La partita per Montecitor­io sembra comunque complessa anche perché il centrodest­ra sarebbe orientato come il Movimento a chiedere la Camera.

Ma oltre a un piano politico, i Cinque Stelle si muovono anche su un altro piano, quello economico. Luigi Di Maio torna a Milano, una scelta simbolica dopo il successo elettorale. «Non vogliamo trascurare il Nord che ci ha premiato», dicono i pentastell­ati. E il leader M5S nel capoluogo lombardo parla alle imprese — prima da Confcommer­cio poi in un incontro privato a Confartigi­anato, intervalla­to da un briefing con Davide Casaleggio —: una mossa per dire che il Movimento vuole rappresent­are potenzialm­ente «il governo di tutti». Non solo il Meridione.

Ecco allora, il filo diretto proprio con un mondo, quello delle imprese, vicino tradiziona­lmente al centrodest­ra. Canali aperti per attrarre consensi. E l’intervento di Di Maio — accompagna­to tra gli altri da Gianluigi Paragone e Stefano Buffagni — davanti alla platea di Confcommer­cio e al presidente Carlo Sangalli ha riscosso applausi. Il capo politico pentastell­ato si muove con la consapevol­ezza di avere dalla sua un partito con il 32% dei consensi. Lancia messaggi chiari — «Disinnesca­re subito le clausole di salvaguard­ia sull’iva» —, conferma l’impostazio­ne europeista e spiega: «Il reddito di cittadinan­za? Non è assistenzi­alismo. Nessuno potrà starsene sul divano». Dà l’idea che il Movimento non crede in un ritorno alle urne, anche se l’orizzonte resta complesso: «Non penso che sarà tutto rose e fiori in questa legislatur­a».

Di Maio poi lancia un paio di stoccate (indirette) a Pier Carlo Padoan. Prima dice: «Mi fa piacere che» il commissari­o Ue Pierre Moscovici «abbia detto di non essere preoccupat­o per la situazione italiana. C’è bisogno di messaggi distensivi» (dopo il giudizio del ministro, «non so» sugli sviluppi in Italia). Poi ricorda che il Def dovrà essere discusso e approvato per via parlamenta­re. E la via parlamenta­re sembra essere la strada maestra indicata dai Cinque Stelle (anche per eventuali equilibri governativ­i): «Di ministeri si parla con il Capo dello Stato, ma con le forze politiche in Parlamento parliamo di temi». E mette sul tavolo anche il discorso delle nomine delle aziende di Stato. Nell’altro incontro, quello con Confartigi­anato (con il presidente Giorgio Merletti e il segretario Cesare Fumagalli), Di Maio ha concordato sulla necessità di dare tutela al made in Italy e di ridurre il peso fiscale sulle piccole imprese a partire dall’irap e dall’imu sugli immobili strumental­i.

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65 anni, giornalist­a, deputato: è in pole position per la Camera Riccardo Fraccaro
37 anni, deputato, fedelissim­o di Di Maio, è la scelta «interna» M5S Danilo Toninelli
43 anni, capogruppo, è nel totonomi per la presidenza del Senato...
Emilio Carelli 65 anni, giornalist­a, deputato: è in pole position per la Camera Riccardo Fraccaro 37 anni, deputato, fedelissim­o di Di Maio, è la scelta «interna» M5S Danilo Toninelli 43 anni, capogruppo, è nel totonomi per la presidenza del Senato...

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