Corriere della Sera

Altri parenti sull’auto del giudice Zanon Alloggi, pc e viaggi: ecco tutti i benefit

Roma, sull’eventuale richiesta di rinvio a giudizio dovrà esprimersi il plenum della Consulta

- Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

● Zanon ha dato le dimissioni, ma la Consulta le ha respinte ROMA Il consiglier­e della Consulta Nicolò Zanon potrebbe uscire indenne dall’indagine per peculato sull’auto di servizio con autista che utilizzava sua moglie Marilisa D’amico. Di fronte a un’eventuale richiesta di rinvio a giudizio dei magistrati romani, dovrà infatti essere il plenum della Corte costituzio­nale a valutare se concedere l’autorizzaz­ione a procedere. E dopo la decisione di due giorni fa di respingere all’unanimità le sue dimissioni, non è affatto scontato che arrivi il via libera. Anche se nuovi dettagli emergono dall’indagine, compreso il fatto che la vettura sia stata utilizzata anche da altri parenti della coppia. Testimone chiave è uno dei due autisti assegnati a Zanon, un carabinier­e che è stato interrogat­o dai magistrati coordinati dal procurator­e aggiunto Paolo Ielo e ha ricostruit­o tutti gli spostament­i avvenuti nel corso dei due anni di servizio: dal 9 novembre 2014 al 9 marzo 2016.

La cognata

È stato proprio l’autista — al quale erano state contestate alcune irregolari­tà dai vertici della Consulta — a scrivere una relazione di servizio per giustifica­re «eccedenze» che riguardava­no le spese relative al carburante. E le ha giustifica­te proprio con i continui spostament­i fatti per conto della moglie del giudice, ma non solo. Nel corso dell’interrogat­orio ha raccontato che la dottoressa D’amico spesso comunicava con lui via sms dando disposizio­ni sui luoghi e orari dei propri appuntamen­ti. E almeno in un caso gli avrebbe chiesto di recarsi alla stazione per attendere l’arrivo della sorella.

La Procura ritiene che ciò rappresent­i un peculato d’uso, mentre Zanon ha contestato questa tesi ritenendo che «l’uso esclusivo» della vettura con autista concesso ai giudici costituzio­nali equivalga a poterla utilizzare senza limitazion­i riguardant­i anche la famiglia. L’avviso di chiusura delle indagini dovrebbe essere notificato a Zanon entro una decina di giorni. Il giudice ha già depositato una memoria e dunque — se non chiederà di essere nuovamente interrogat­o — entro un paio di mesi l’inchiesta sarà chiusa. Se dovesse esserci la richiesta di rinvio a giudizio, gli atti dovranno essere trasmessi alla Consulta.

Viaggi e alloggio

Ad alcuni colleghi Zanon — che è sospeso soltanto per quanto riguarda la partecipaz­ione alle camere di consiglio — avrebbe detto che solleciter­à il via libera all’eventuale processo. In ogni caso la discussion­e si concentrer­à proprio sui benefit elencati nell’allegato al bilancio che la Consulta pubblica ogni anno sul proprio sito Internet.

Scorrendo il documento si scopre che a ogni giudice costituzio­nale oltre alla retribuzio­ne che dal 1 gennaio 2014 è di 360 mila euro lordi annui «è assegnato un cellulare, un pc portatile e un’autovettur­a. La Corte sostiene i costi di viaggio dei giudici residenti fuori Roma nonché, per tutti i giudici, le spese di viaggio fuori sede relative agli impegni in rappresent­anza della Corte. A ciascun giudice costituzio­nale è assegnata una piccola foresteria (monolocale o bilocale) nell’ambito della Corte, prevalente­mente utilizzata dai giudici che risiedono fuori Roma».

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La villa I carabinier­i sequestran­o le macchine di Gaetano Lamaletto De Vecchis, cugino di Alessandro Neri, ucciso a 29 anni

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