Norcia, il sindaco pensa di dimettersi «Dopo il centro a rischio le casette?»
Il caso dei sigilli all’opera donata dopo il sisma. L’anci: resti. L’anm: basta polemiche
NORCIA (PERUGIA) «Mari’, e se ci sequestrano pure le casette?». «Lu fucile, pigliamo!». È difficile trovare a Norcia qualcuno che non sia indignato, deluso, amareggiato, per il sequestro del Padiglione «Norcia 4.0» (costruito in tempi record con le donazioni dei lettori del Corriere e degli spettatori del Tgla7) ordinato dal gip di Spoleto, su richiesta dei pm. «Vergogna, era l’unico posto pubblico aperto» dice Laura. Alessandro Brancaleone si arrende: «Andrò in Inghilterra o Australia, o almeno a Roma come tanti amici».
Un clima cupo. Il sindaco Nicola Alemanno, indagato per abuso edilizio con l’archistar Stefano Boeri («amareggiato per un’opera finanziata dai cittadini trattata come speculazione abusiva»), progettista e direttore dei lavori, fa la conferenza stampa sotto la statua di San Benedetto. Oggi sarà a Roma dal commissario alla Ricostruzione, è pronto a dimettersi. «Serve un testo unico delle troppe ordinanze — dice —. È facile intervenire dopo, ma io ho avuto 1.800 persone che hanno perso la casa». Si interrompe di continuo per le telefonate di solidarietà. I sindaci dei paesi terremotati, i compagni di partito (incluso il presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani), i cittadini. Il presidente Anci, Antonio Decaro, gli chiede di non dimettersi: «Un eroe. Ha tenuto in piedi una comunità, non ha fatto una speculazione edilizia». Lui riprende: «Non avevo un centro di coordinamento per la Protezione civile, un luogo dove far stare la gente. Stasera doveva ricominciare il teatro. Il maestro Muti voleva fare un concerto». Lo staff giuridico cerca di suggerire linee di difesa. Lui si sottrae: «Mi dicano cosa si può fare e cosa no. Devo chiudere anche scuole e casette? Hanno la base in cemento armato. Se non va bene nemmeno la struttura dove si fa il consiglio comunale, chi si fida più?».
Un clima che induce il procuratore di Spoleto, Alessandro Cannevale, a scrivere che «individuare nei magistrati un capro espiatorio da additare agli abitanti di Norcia come bersaglio per risentimenti e timori è ingiustificato». E ad assicurare che il sequestro della struttura «non può provocare pregiudizi o ritardi alla ricostruzione, né all’assistenza alle popolazioni». Il presidente Anm, Eugenio Albamonte, chiede rispetto per i pm: «Basta polemiche».
Ma perché il sequestro? E ora? A far scattare l’inchiesta è stato un esposto dei carabinieri del marzo 2017. Il cantiere era appena stato aperto, sull’area destinata prima ai giostrai e al parcheggio della sagra del tartufo. I rilievi erano sul vincolo ambientale della zona tutelata anche dall’ue, dicono in Procura. Le deroghe sarebbero previste per un elenco specifico in cui ci sono scuole e casette, non centri come quello. Poi la perizia, depositata pochi giorni fa, che contesta la temporaneità dell’opera. E, anche per fermare i padiglioni analoghi che sarebbero sorti, i sigilli. Il sindaco farà ricorso. L’opera
● Il centro polivalente di Norcia è stato progettato da Stefano Boeri. Realizzato in poco più di tre mesi, è stato consegnato il 30 giugno 2017
● Grande 450 metri quadrati, è uno spazio destinato alla Protezione civile per assicurare al Comune un luogo sicuro di raccolta degli abitanti durante l’emergenza sismica
d Sono amareggiato... Un lavoro finanziato dai cittadini trattato come un abuso
● La Procura ha messo i sigilli dopo averlo definito «opera permanente» che non rispetta i vincoli paesaggistici. Indagati il sindaco e l’architetto Boeri pubbliche».
E dunque?
«Al di là delle vicende giudiziarie, auspico che ci siano le condizioni perché la popolazione possa continuare a fruirne».
Ma perché è intervenuta la magistratura, secondo lei?
«Non lo so, davvero. Penso che di base ci sia un grande fraintendimento: struttura temporanea non vuole dire precaria».