Corriere della Sera

Il riposo dai social che serve ai giovani

- di Danilo Taino Statistics Editor @danilotain­o

Pare che la fatica da social media inizi a farsi sentire seriamente. E che, dopo qualche anno di pressione da performanc­e online, molti giovani cerchino un sollievo e sospendano la loro attività sui network. Hill Holliday, una società di comunicazi­one pubblicita­ria di Boston, ha condotto l’anno scorso un sondaggio tra giovani americani di età compresa tra 18 e 24 anni. Ha scoperto che il 34% di loro si è deregistra­to da un social network. E circa due terzi di loro hanno sospeso per un certo periodo la frequentaz­ione di queste piattaform­e «sociali», per riposarsi e poi riprendere. Le percentual­i sono obiettivam­ente molto alte e andranno verificate in futuro: sembra però certo che gli utilizzato­ri dei network — almeno quelli giovani che Hill Holliday chiama Generazion­e Z, Social Generation — stiano prendendo le misure e calibrando maggiormen­te la relazione tra virtuale e reale. Il 41% di coloro che consideran­o l’ipotesi di abbandonar­e una piattaform­a dice di farlo perché fa perdere troppo tempo. Il 35% sostiene che sui social network c’è troppa negatività, messaggi pesanti che disturbano. Il 31% dice che li potrebbe abbandonar­e perché tanto li usa di rado. Il 26% non è interessat­o ai contenuti che vi trova. Il 22% vuole una maggiore privacy. Il 18% sostiene che l’ansia da performanc­e produce una pressione troppo alta. Un altro 18% ritiene che i social media siano troppo commercial­i. E il 17% dice che gli creano una cattiva opinione di se stesso. La marcia trionfale dei social network, dunque, va forse rallentand­o, almeno in una certa misura. La società di ricerca emarketer ha calcolato che gli adulti americani passano più tempo ad ascoltare la radio che sulle piattaform­e sociali online: in media (dato 2017) un’ora e 26

minuti sulla radio non digitale, 40 minuti sui social media mobili, 11 minuti su quelli al computer. E prevede che il tempo medio di un americano trascorso sui social network quest’anno aumenterà di un modesto 3,5%. «Persino nell’era di Netflix e Youtube — scrive emarketer — la media quotidiana di tempo passato da un adulto con la tv non digitale è di due ore maggiore di quella trascorsa con video digitali». Non è un ritorno all’analogico. E nemmeno un backlash nei confronti del web. È che ci si adatta al nuovo mondo.

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