Apax investe su Bip, la consulenza su misura «Crescerà all’estero»
Quanto valgono le persone, le idee, le competenze nella consulenza alle aziende per accompagnarle nella trasformazione digitale dei punti vendita, nell’uso delle piattaforme di commercio elettronico, nell’utilizzo della robotica nelle fabbriche, nell’implementazione dell’intelligenza artificiale nella manifattura predittiva? Almeno duecento milioni di euro. Il fondo di private equity Apax Partners ha acquisito il controllo della prima società di consulenza strategica italiana, Business integration partners (Bip), per supportarne la crescita internazionale e per dotarla di nuove risorse finanziarie per tentare di scalfire il predominio mondiale dei colossi Usa della consulenza, come Mckinsey, Boston Consulting, Accenture.
Nello sviluppo sono previsti altri 100 milioni per investimenti in acquisizioni e per la crescita. Bip in questi anni si è ritagliata un ruolo in un mercato iper-competitivo come quello della consulenza strategica. Potremmo definirla una super tutor di Industria 4.0, ruolo che le è stato riconosciuto anche dal ministero dello Sviluppo che le ha chiesto un (primo) monitoraggio del piano di incentivi per la riconversione digitale delle macchine nelle aziende. Apax, che subentra ad Argos che ha accompagnato lo sviluppo di Bip in questi ultimi 4 anni, ha una logica di investimento di medio-lungo termine. È azionista già di Altran, in passato era stata socia anche di Apple. Ha intravisto in Bip, che collabora con le telco, con alcune utilities e più recentemente anche nel mondo della sanità, grandi prospettive di rendimento per i suoi sottoscrittori.
D’altronde la domanda di trasformazione tecnologica delle imprese in questi ultimi cinque anni è diventata dirompente. Bip, anche in virtù di una struttura più snella e adattabile ai cambiamenti, ha intercettato via via un numero crescente di realtà alle prese con una più efficace reingegneriz-zazione dei processi. Bip è specializzata anche nel design, grazie alla sinergia con il Politecnico di Milano. Dà lavoro a 1.800 persone e fattura circa 180 milioni. Il presidente, Nino Lo Bianco, e i due amministratori delegati, Carlo Cape’ e Fabio Troiani, resteranno alla guida della società conservando le loro quote.