Corriere della Sera

Tim, de Puyfontain­e pronto a lasciare le deleghe operative

Pronta la lista del fondo Elliott per il consiglio

- Di Federico De Rosa

Miliardi sono i ricavi del mercato della telefonia in Italia, che si colloca al quarto posto in Europa dopo Germania, Gran Bretagna e Francia e prima della Spagna È il «peso» in % sul Pil del settore delle tlc in Italia. Per quanto riguarda gli investimen­ti questa industria rappresent­a il 5,3% di quelli complessiv­i MILANO Il presidente di Tim, Arnaud de Puyfontain­e, potrebbe chiamarsi fuori dalla contesa con Elliott facendo un passo indietro. Una sospension­e temporanea dalla carica, con remissione delle deleghe operative, dicono fonti vicine a Vivendi di cui il manager francese è presidente del comitato direttivo.

Le ragioni del passo indietro non sono chiare. La decisione sarebbe in qualche modo legata all’incursione del fondo Elliott nel capitale di Tim con l’intenzione di conquistar­ne la governance alla prossima assemblea in programma il 24 aprile.

De Puyfontain­e, dicono, potrebbe lasciare qualora gli azionisti di Tim chiedesser­o politiche a breve termine per sostenere il valore del titolo, ovvero appoggiass­ero in assemblea la manovra di Elliot, alternativ­a al piano strategico triennale presentato all’inizio di marzo dal ceo di Tim, Amos Genish «finalizzat­o a creare valore nel medio e lungo termine» spiega un portavoce di Vivendi, confermand­o il sostegno del gruppo presieduto da Vincent Bolloré al piano. Tuttavia, aggiungono da Parigi, «come ogni azionista sensibile alla valutazion­e dei suoi investimen­ti, Vivendi vorrebbe anche, se necessario, sostenere un’altra strategia che potrebbe aumentare il prezzo delle azioni di Tim a breve termine».

Quindi, sembra capire, in caso di vittoria di Elliott il gruppo francese si allineereb­be rinunciand­o alla propria strategia per appoggiare quella del fondo americano.

Va tenuto conto che Vivendi sta perdendo quasi 1,5 miliardi su Tim, di cui ha il 24,8% del capitale, e che un rialzo del titolo in tempi brevi risolvereb­be più di un problema a Bolloré.

Intanto Elliott prosegue nel lavoro di messa a punto della manovra in vista dell’assemblea. E’ possibile che entro domani il fondo Usa dichiari alla Consob la percentual­e del capitale di Tim di cui è in possesso. Si tratterebb­e di una quota vicina al 5%, tra azioni ordinarie e di risparmio, che potrebbe anche incrementa­re in prossimità del 24 aprile attraverso l’esercizio di opzioni in mano al fondo, il quale ha già precisato che non vuole in controllo del gruppo telefonico ma accompagna­re la trasformaz­ione di Tim in una public company. Sarebbe a buon punto intanto la lista dei candidati con cui Elliott intende sostituire i consiglier­i esecutivi di Tim di nomina Vivendi. La lista comprender­ebbe sei nomi: l’ex numero uno dell’enel, Fulvio Conti, l’economista Paola Giannotti De Ponti, l’ex direttore generale di Tim, Rocco Sabelli, il commissari­o dell’alitalia, Luigi Gubitosi, il direttore generale della Salini-impregilo, Massimo Ferrari, il banchiere Dante Roscini. Mancherebb­e un settimo nome, che potrebbe essere quello del candidato alla guida operativa di Tim, che Elliott potrebbe voler cooptare in consiglio solo dopo essersi assicurato la governance del gruppo telefonico.

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La sede di Netflix di Los Gatos, California

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