Ora l’obiettivo è battere la Shiffrin
La storia dello sci indica che l’italia, con Thoeni, Gros, Tomba e la Compagnoni ha primeggiato sinora negli slalom. Oggi, per carenze tecniche, balbettiamo sia in speciale che in gigante, con l’eccezione delle gigantiste, mentre conquistiamo allori nella velocità. Nell’ultimo decennio, dopo Innerhofer (3 medaglie iridate e 2 olimpiche nelle discipline veloci) e Paris (un podio mondiale), Fill ha vinto (primo azzurro) per due stagioni consecutive, la «coppetta» di discesa, mentre Sofia Goggia ha appena conquistato (prima italiana) l’oro olimpico nella velocità e ieri ha messo le mani, dopo la Kostner (2001 e 2002), anche sulla «coppetta» di libera. Inizio di una nuova era nella velocità? Le grandi squadre, per emergere, hanno bisogno del traino di un leader. Come Thoeni, punto di riferimento della Valanga Azzurra, così Goggia deve diventare il traino della velocità italiana. Fill, Innerhofer, Paris hanno fallito la leadership, perché la struttura organizzativa della Federazione e gli allenatori non hanno investito sul reclutamento e sull’insegnamento tecnico di base. Anche ieri in libera, nonostante il trionfo, Goggia, al pari delle altre azzurre e degli uomini, ha dimostrato di balbettare sui salti e di patire le curve meno rotonde. Carenza tecnica che la sta penalizzando in superg e in gigante. Specialità che invece deve affinare se vuol battere la Shiffrin e puntare alla Coppa del Mondo assoluta.