Corriere della Sera

Ora l’obiettivo è battere la Shiffrin

- Di Mario Cotelli

La storia dello sci indica che l’italia, con Thoeni, Gros, Tomba e la Compagnoni ha primeggiat­o sinora negli slalom. Oggi, per carenze tecniche, balbettiam­o sia in speciale che in gigante, con l’eccezione delle gigantiste, mentre conquistia­mo allori nella velocità. Nell’ultimo decennio, dopo Innerhofer (3 medaglie iridate e 2 olimpiche nelle discipline veloci) e Paris (un podio mondiale), Fill ha vinto (primo azzurro) per due stagioni consecutiv­e, la «coppetta» di discesa, mentre Sofia Goggia ha appena conquistat­o (prima italiana) l’oro olimpico nella velocità e ieri ha messo le mani, dopo la Kostner (2001 e 2002), anche sulla «coppetta» di libera. Inizio di una nuova era nella velocità? Le grandi squadre, per emergere, hanno bisogno del traino di un leader. Come Thoeni, punto di riferiment­o della Valanga Azzurra, così Goggia deve diventare il traino della velocità italiana. Fill, Innerhofer, Paris hanno fallito la leadership, perché la struttura organizzat­iva della Federazion­e e gli allenatori non hanno investito sul reclutamen­to e sull’insegnamen­to tecnico di base. Anche ieri in libera, nonostante il trionfo, Goggia, al pari delle altre azzurre e degli uomini, ha dimostrato di balbettare sui salti e di patire le curve meno rotonde. Carenza tecnica che la sta penalizzan­do in superg e in gigante. Specialità che invece deve affinare se vuol battere la Shiffrin e puntare alla Coppa del Mondo assoluta.

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