Grillo, M5S via dal blog Crollano i contatti ma lui guadagna di più
Nell’ultimo mese drastico calo per il sito del fondatore Boom di visite invece per la nuova vetrina dei 5 Stelle
ROMA La separazione è compiuta, il cordone ombelicale rotto. Il padre ha lasciato libero il figlio, anche se lo osserva (e brontola) da lontano. E il figlio, come tutti i figli, si prende la sua libertà: non chiama mai, e quando deve, lo tratta in modo sbrigativo, come si fa con un genitore ingombrante e un po’ castrante. La rottura si è compiuta qualche giorno fa, quando silenziosamente dal nuovo blog, creato a gennaio, è sparito anche l’ultimo legame con il Movimento. I link al neonato Blog delle Stelle e alla piattaforma Rousseau sono stati rimossi. Oggi un alieno che leggesse l’home page di Grillo non troverebbe traccia di quel movimento che proprio lui fondò ormai molti anni fa. Non è una casualità, ma un segnale politico, che si accompagna ad altri indizi disseminati da settimane. Grillo ormai è diventato il Guardiano della rivoluzione. Una Rivoluzione non ancora tradita, ma messa a rischio da una mutazione genetica incarnata dal blazer e dai toni felpati di Luigi Di Maio.
La «partnership per il blog con finalità commerciali», come la chiamò a ottobre Davide Casaleggio, si è rotta. Grillo si è ripreso la sua creatura, il suo archivio e i proventi della pubblicità. A guardare ora l’home page, l’unico collegamento con i 5 Stelle, beffardamente, è «Anvedi Roma», una sezione dedicata alla Capitale. E se guardi il Blog delle Stelle, trovi solo l’altro fondatore, Gianroberto Casaleggio, con i suoi Aforismi. La separazione ha prodotto anche un effetto, che a pensarlo un anno fa, sarebbe stato clamoroso. Il blog di Grillo, nell’ultimo mese, è andato a picco e ha dimezzato le visite. Parlare di immortalità cerebrale, robotica, di Phobos e Deimos non paga. Il crollo verticale è stato accompagnato da un picco del Blog delle Stelle, che lo ha superato nel ranking dei siti, secondo Similarweb, dominio dedicato al traffico web: ora è al numero 759 su 1.279 nella classifica dei siti italiani più cliccati.
La separazione rende libero Grillo e gli fa guadagnare qualche soldo in più, perché nonostante il crollo, stavolta sono tutti suoi (anche se il 2018 ha già visto sestuplicare i suoi redditi). Ma il divorzio lo rende libero di esprimersi. Alla vigilia del voto, spiega che «è finita l’epoca del vaffa». Annuncio dolente, accompagnato da un altro: «Sto impazzendo». All’indomani del voto, Grillo fa sapere di essere contrario agli inciuci e per spiegarlo meglio pubblica un video in spiaggia dove fa un vortice di alleanze improbabili tracciate sulla sabbia.
Il nuovo Grillo, libero dalle minacce di causa, dalla necessità di essere responsabile e cauto e di mediare tra le parti — tutte doti che non fanno parte del suo bagaglio di guitto geniale — va a Torino e annuncia il clamoroso sì alle Olimpiadi. I 5 Stelle si spaccano e Di Maio non fa i salti di gioia.
Ma ormai Grillo si muove sul lato selvaggio (come da canzone di Lou Reed, Walk on the Wild Side, sparata a palla il giorno del voto). E incarna in pieno il Movimento delle origini, spontaneista, esagerato, maleducato, in perfetta sintonia con la base. Raggiunta la connessione sentimentale con i militanti, lancia la resistenza, fa il guastatore e annuncia: «Non mollo». E lo dice ai tanti che vorrebbero uccidere il padre castrante, a chi si sente adulto e autonomo, a chi pensa di poter prendere le redini della famiglia senza rendere contro al patriarca. C’è una premonizione, aggiunta come postilla al «non mollo»: «Io sono sempre con voi e sarò la vostra voce quando non ne avrete più».
Quando il Movimento sarà partito, le 5 Stelle istituzione e i suoi «portavoce» siederanno sulle soffici poltrone ministeriali. Certo, potrebbe essere un gioco delle parti. Lui e Di Maio potrebbero essersi divisi i ruoli, per restare di lotta e di governo, concavi e convessi. Ma solo il tempo, e il governo, ce lo diranno.
Ritorno alle origini Il «nuovo» Grillo ora incarna in pieno il M5S delle origini: esagerato e spontaneista