Corriere della Sera

Dimenticar­e la divisione dei ruoli farebbe bene anche a «lui»

- E.M.

Per uscire dall’impasse di un mondo che non sembra affatto tagliato a misura di donna dovremmo cambiare la società aiutando di più le lavoratric­i, ma dovrebbe modificars­i anche la testa degli uomini.

È l’opinione dello psichiatra Claudio Mencacci, che osserva: «Dividere i compiti in casa in maniera equa sarebbe un primo passo. Tuttora gli uomini hanno ogni giorno 70 minuti liberi da impegni in più rispetto alle donne».

Lo ha confermato uno studio che ha messo a confronto il tempo trascorso, nell’occuparsi delle faccende domestiche, dagli ultrasessa­ntacin- quenni di vari Paesi europei. Questi i risultati: le italiane passano circa cinque ore al giorno a pulire casa, cucinare e simili, gli uomini del nostro Paese sono i meno presenti quando si tratta di aiutare.

Eppure, in nazioni più illuminate dove il carico di lavoro è condiviso migliora la salute di entrambi: lei sente meno la fatica e ha un minor rischio di disturbi del sonno, lui ci guadagna in attività fisica.

«La partecipaz­ione serve pure a lui, e non solo quando si parla di faccende domestiche, accudire i figli per esempio fa bene anche all’uomo: ne trae giovamento psicologic­o e nello stesso tempo rinsalda i legami familiari.

«Attenzione però, non è scritto da nessuna parte che ciò si traduca nel giocare coi bambini lasciando sempre a lei il cambio dei pannolini: mamma e papà possono e devono essere intercambi­abili in tutti i tipi di compiti», conclude Mencacci.

Bocciatura Indagine europea: gli italiani sono i meno disposti a collaborar­e nelle faccende di casa

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