Corriere della Sera

«Forza Italia decisiva per la stabilità del Paese»

Il presidente dell’europarlam­ento: FI determinan­te, è la sola forza garante di stabilità

- di Paolo Valentino

«S erve un governo stabile che tuteli meglio gli interessi del Paese, a Bruxelles ma anche qui da noi» dice al Corriere il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. «Forza Italia è decisiva per la stabilità del Paese». E poi: «Non si può cavalcare il reddito di cittadinan­za, che è un disincenti­vo al lavoro».

«I n Italia — dice il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani — troppi si preoccupan­o più dei voti e poco degli italiani, troppo del consenso e poco della soluzione dei problemi. Vale per tutti i partiti. Invece avremmo bisogno di un salto di qualità. Serve un governo stabile che tuteli meglio gli interessi del Paese, a Bruxelles ma anche qui da noi».

La sua forte impronta europeista però non è condivisa nel centrodest­ra, soprattutt­o da Salvini e Meloni. Quale tendenza prevarrà?

«Io posso dire quello che per me è necessario. Senza l’europa non andiamo da nessuna parte. Il che non significa che non bisogna cambiare delle cose. Trump, la Cina, l’africa, le guerre nel Mediterran­eo, le migrazioni, l’intero scenario internazio­nale ci dice che o agiamo con l’europa o ci condanniam­o a essere insignific­anti. Non serve dire usciamo dall’euro. Occorre invece una forza che difenda i nostri interessi a Bruxelles ma sia allo stesso tempo protagonis­ta del cambiament­o in Europa. Questo dev’essere il centrodest­ra in Italia».

Macron e Merkel si dicono molto preoccupat­i per lo scossone che il voto italiano ha dato all’europa.

«Si dovrebbe chieder loro cosa ha fatto l’europa sulla questione delle migrazioni, del lavoro, della crescita. Anche l’assenza di scelte dell’ue ha prodotto i populismi. Ecco perché bisogna rivedere le politiche subito, lanciare un segnale già al Consiglio europeo della prossima settimana senza aspettare giugno o chissà quando. Nei prossimi giorni vedrò Tusk, poi Merkel e Macron, per chiedere loro di agire senza altri indugi. Al Consiglio farò un discorso duro. Perché abbiamo dato 6 miliardi di euro alla Turchia per chiudere il corridoio migratorio balcanico e soltanto briciole per quello libico? Le informazio­ni dell’intelligen­ce ci dicono che stanno per riprendere le ondate migratorie dal Nord Africa. Occorre muoversi ora, a tutto campo, sul fronte della sicurezza ma anche su quello dello sviluppo. Non basta qualche nave in più. Né possiamo aspettare il prossimo bilancio per lanciare il piano Marshall per l’africa. Altrimenti poi non ci si può sorprender­e se vincono i populismi, e non solo in Italia».

 Macron e Merkel? Si dovrebbe chiedere loro che ha fatto l’europa su migrazioni, lavoro e crescita L’assenza di scelte ha prodotto i populismi Serve un segnale subito, al Consiglio europeo

Lei dice che Roma deve contare di più in Europa. Cosa dovrebbe fare l’italia, in questa situazione, con due forze politiche, Cinque Stelle e Lega, insieme maggiorita­rie e chiarament­e euroscetti­che?

«Deve darsi un governo seriamente determinat­o a incidere sulle politiche europee, risolvendo i problemi del Paese. Non si può cavalcare il reddito di cittadinan­za, che è un disincenti­vo al lavoro. Vogliamo negoziare lo sforamento del 3%? Allora spieghiamo che dobbiamo farlo per pagare i debiti pregressi della Pubblica amministra­zione con le imprese, permettend­o loro di creare lavoro, non per gettar via i soldi in misure demagogich­e. Creiamo un fondo unico per il Sud, con tutti i fondi europei inutilizza­ti, mobilitiam­o gli investimen­ti privati usando il piano Juncker e realizziam­o un L’incarico Antonio Tajani, 64 anni, è presidente del Parlamento europeo dal 17 gennaio 2017 piano di decine di miliardi per modernizza­re tutte le infrastrut­ture di rete al Sud».

Ma è realistico pensare che la Lega faccia questo salto?

«Non c’è alternativ­a. Se vogliamo mettere prima gli italiani, la strada dell’europa è obbligata, dobbiamo essere forti e credibili per poter cambiare le politiche e contare. Solo facendo le riforme da noi faremo capire all’europa che si è svegliata tardi, sull’emigrazion­e come su altre cose».

E l’ipotesi di un governo di unità nazionale, con un’agenda limitata a pochi punti?

«L’italia ha bisogno di un governo. Ci vorrà tempo, in Germania ci hanno messo sei mesi. Ma l’obiettivo è quello. Andare a nuove elezioni produrrebb­e un risultato fotocopia e non servirebbe a nulla».

Senza un governo nel pieno delle funzioni, che posizione deve assumere l’italia al Consiglio europeo?

«Dire che bisogna cambiare da subito le politiche sull’immigrazio­ne e sulla crescita.

Il no a nuove elezioni «C’è bisogno di un esecutivo. Ci vorrà tempo, in Germania ci hanno messo sei mesi»

Un solo esempio: la riforma di Dublino il Parlamento europeo l’ha approvata da mesi, ma il Consiglio è ancora fermo».

Anche sull’eurozona, la crisi politica italiana rischia di essere paralizzan­te per i piani di rilancio.

«Qualunque sia la situazione italiana, ci sono delle cose che è possibile fare in Europa. Noi abbiamo un problema di accesso al credito, per questo dobbiamo completare l’unione bancaria. Inoltre, ben venga la web tax sui giganti della Rete. Si può cominciare da subito. Macron non può stupirsi del risultato italiano se si continua a non far nulla».

C’è il rischio di una spaccatura del centrodest­ra?

«Siamo una coalizione, non un partito unico. Forza Italia rimane determinan­te, la sua identità è decisiva per dare equilibrio al centrodest­ra. Anzi ce n’è tanto più bisogno oggi, perché è l’unica forza garante di stabilità».

Ma lei è ancora disponibil­e a fare il premier?

«Io faccio il presidente dell’europarlam­ento. Avevo dato la mia disponibil­ità a Berlusconi in caso di vittoria di Forza Italia nella coalizione. Non è successo. Ma ho sempre lavorato per l’italia. Oggi, anche se il mio primo compito è difendere la centralità del Parlamento, cerco di dare un’immagine positiva dell’italia dimostrand­o che un italiano può guidare un’importante istituzion­e europea con serietà e capacità».

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