Corriere della Sera

Salvini in tv, parla da premier «Manca poco, quasi ci siamo»

Il leader leghista: «Un governo con i 5 Stelle? Nulla è impossibil­e»

- di Dino Martirano (Fotogramma)

ROMA Negli studi di Canale 5, Barbara D’urso si prenota per riaverlo presto in diretta a «Domenica Live» come premier. E lui ostenta un largo sorriso: «Non ci manca molto, ci siamo quasi, ho sentito Di Maio nel pomeriggio, porta anche fortuna al Milan perché dopo la telefonata ha recuperato...», scherza Matteo Salvini davanti a milioni di telespetta­tori sintonizza­ti sulla rete ammiraglia di Mediaset. Giacca blu aziendale, camicia celeste senza cravatta. Il segretario della Lega non stona sulla poltrona bianca di Cologno Monzese preferita da Silvio Berlusconi. E così con disinvoltu­ra — non dimentican­do però di citare «la squadra del centrodest­ra che amministra la Lombardia, il Veneto e la Liguria» — entra nella parte di chi si sente già sulla porta delle stanze del governo: «Smonteremo la legge Fornero e poi prometto agli italiani di togliere le prime 7 accise che paghiamo dal 1935 sul prezzo della benzina. Ci potete contare fosse l’ultima cosa che faccio». Anche se non è ancora chiaro con chi la Lega potrà realizzare questo programma.

L’agenda di Matteo Salvini assomiglia ancora a un tour elettorale senza fine: sabato pomeriggio a Rosarno, dove è stato letteralme­nte acclamato dai calabresi che lo hanno eletto, e poi domenica mattina con i neoparlame­ntari lombardi riuniti al Gratosogli­o, nella periferia milanese. E ora la sua carovana si sposta a Udine dove la Lega ha ceduto il passo a Forza Italia convergend­o sul nome del candidato governator­e Renzo Tondo.

A ogni tappa, la prima domanda di rito è la stessa: «La Lega governerà con il M5S?». E Salvini, abilmente, apre a Di Maio sulla «base di partenza» comune con i grillini, ma poi glissa quando i calabresi che lo acclamano urlano dalla platea: «Mai con il M5S!». E quando torna al Nord, dove le amministra­zioni guidate o sostenute dalla Lega godono di buona reputazion­e, non può che far riferiment­o al «programma e alla squadra del centrodest­ra». Poi sul tema del lavoro Salvini è molto attento perché sa che il suo elettorato è sensibile sul punto. E così dà due stoccatine in due giorni a Di Maio. La prima in Calabria: «I vitalizi? Per noi la priorità è il lavoro». E la seconda nello studio di Barbara D’urso: «Noi e il M5S abbiamo una visione di fondo diversa del lavoro: loro vogliono dare 6-700 euro a chi sta casa, noi usare quei soldi per ridurre le tasse a chi lavora...io, se uno è in difficoltà, posso dargli un prestito per aiutarlo a trovare lavoro, ma sarebbe la morte dell’italia dare 700 euro per stare a casa». E così la regia di Canale 5 indugia su un Salvini divertito quando scorrono le immagini di un Caf di Bari al quale sono arrivate le prime richieste per avere il reddito di cittadinan­za.

In attesa di capire quale sarà la (sua) squadra di governo, Salvini stoppa su Twitter anche il ministro Carlo Calenda: «Avrà fatto una colazione pesante se dice che i governi Renzi e Gentiloni sono stati tra i migliori...». E non fa una piega quando il ministro del Pd replica: «Matteo, mi sono svegliato dopo un incubo. Tu Bagnai e Borghi discutevat­e di euro sì o no, di 3% o non 3% e di come si mettono i dazi». Comunque, è la sintesi di Salvini, «sento che a Parigi e a Berlino qualcuno è preoccupat­o ma sbagliano perché il voto è stato chiaro».

Sui social

E su Twitter duella con Calenda: hai mangiato pesante. E lui: ho fatto un brutto sogno, c’eri tu

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Il leader della Lega Matteo Salvini, 45 anni, circondato dai sostenitor­i al Gratosogli­o, quartiere dov’era ieri per un aperitivo con i neoeletti di Regione e Parlamento
A Milano Il leader della Lega Matteo Salvini, 45 anni, circondato dai sostenitor­i al Gratosogli­o, quartiere dov’era ieri per un aperitivo con i neoeletti di Regione e Parlamento

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