Corriere della Sera

Pd più aperto al dialogo. L’ira dei renziani

Martina: confronto doveroso tra tutte le forze. E c’è chi vuole un referendum tra gli iscritti

- Giuseppe Alberto Falci

Dopo il no all’aventino Maurizio Martina fa un appello al M5S e alla Lega: «Per il bene delle istituzion­i è doveroso un confronto tra tutte le forze parlamenta­ri, tanto più nello scenario tripolare in cui ci troviamo, per arrivare all’individuaz­ione di proposte in grado di garantire sia la pluralità delle forze che i doverosi criteri di equilibrio e garanzia». Il reggente del Pd apre al confronto sulle presidenze delle Camere ma allontana l’ipotesi di un esecutivo con i pentastell­ati e con il centrodest­ra a guida salviniana. Nel frattempo al Nazareno fanno discutere le parole di Walter Veltroni al Corriere. L’ex segretario del Pd ha evocato un’ipotesi di dialogo sul governo con i 5 Stelle, «con la regia del capo dello Stato, a certe condizioni programmat­iche». Parole che fanno esultare Michele Emiliano, «strepitoso Veltroni: fa piacere lottare con lui». I renziani invece si infuriano. Andrea Marcucci, senatore vicinissim­o all’ex segretario, non ha dubbi: «Chi continua a sostenere l’esigenza di apertura del Pd al M5S, non ha a cuore il futuro del Pd, ma la sua estinzione». Piero Fassino è più sfumato: «Prima chi ha vinto tenti di fare un governo. Se non riescono ascolterem­o le valutazion­i del presidente della Repubblica».

Intanto nel Pd si ragiona sull’ipotesi di sottoporre gli iscritti a un referendum per stabilire o meno l’ingresso in un ipotetico governo con i 5 Stelle. Il modello a cui si guarda è quello dell’spd, il partito socialdemo­cratico tedesco che dopo mesi di stasi ha formato un esecutivo assieme ad Angela Merkel con il lasciapass­are degli iscritti. Non a caso sabato scorso al Nazareno Gianni Cuperlo lo ha messo a verbale: «L’idea di coinvolger­e gli iscritti del Pd la considero assolutame­nte giusta».

Non manca poi chi, come Ugo Sposetti, polemizza: «Il referendum prevede che tu abbia gli iscritti. Altrimenti rischi di fare un referendum fra gli amici». Lorenzo Guerini ci scherza su: «Facciamo votare gli iscritti su una suggestion­e?». Eppure l’ipotesi potrebbe concretizz­arsi se a un certo punto Sergio Mattarella dovesse chiedere un gesto di responsabi­lità al Pd. Cesare Damiano la mette così: «Il referendum? È l’estrema ratio».

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Al «Corriere» Nell’intervista pubblicata ieri Walter Veltroni analizza la sconfitta del Pd: «Non nasce per caso. La sinistra non ha colto la trasformaz­ione della società»

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