Corriere della Sera

Sequestrat­a la nave Ong «Associazio­ne a delinquere»

Pozzallo, i pm: sono sbarcati in Italia infrangend­o la legge

- (Reuters) fsarzanini@corriere.it

Il sequestro della nave è scattato ieri sera, poche ore dopo lo sbarco di 218 migranti nel porto di Pozzallo. Il comandante della nave Open Arms della Ong spagnola Pro Activa Marc Reig Creus, e il capo della missione Ana Isabel Montes Mier sono accusati di non aver rispettato le disposizio­ni imposte dalla Guardia costiera italiana dopo aver soccorso in acque libiche un’imbarcazio­ne che trasportav­a gli stranieri ed aver rifiutato di consegnarl­i alle autorità di Tripoli. Per questo sono adesso indagati per associazio­ne per delinquere finalizzat­a all’immigrazio­ne clandestin­a dalla Procura di Catania guidata da Carmelo Zuccaro. È la prima volta che accade dopo la firma del codice per le Ong al quale Open Arms aveva deciso di aderire.

Lo scontro in mare

La vicenda, ricostruit­a nel provvedime­nto, comincia il 15 marzo quando la nave risponde a un Sos lanciato da un gommone carico di migranti che si trova in acque libiche «nonostante la Guardia costiera locale avesse assunto il comando delle operazioni». Ottengono comunque il via libera al salvataggi­o ma poco dopo comunicano via radio: «Siamo stati attaccati dai libici». ● Il ministro dell’interno Minniti (foto) ha seguito dal Niger il caso della nave «Open Arms» attraccata a Pozzallo Per questo chiedono all’italia di poter attraccare in un porto siciliano. Il centro di coordiname­nto della Guardia costiera risponde che la responsabi­lità è dei libici ma la nave continua la traversata. Il giorno dopo arrivano in acque maltesi «e il medico di bordo comunica che è necessario sbarcare un bimbo di 3 mesi e sua madre». Le autorità de La Valletta concedono il via libera e «chiedono al capitano quali siano le sue intenzioni, ma lui riferisce di voler proseguire la navigazion­e» e chiede all’italia di poter sbarcare. Il centro di coordiname­nto di Roma spiega che — come prevede il codice — la richiesta va fatta al proprio Stato, cioè la Spagna, perché il soccorso è avvenuto fuori dal proprio territorio e comunque avvia una trattativa con Malta anche se viene specificat­o che nessuna richiesta di sbarco è stata presentata.

L’approdo a Pozzallo

Open Arms continua a navigare e alla fine da Roma arriva il via libera a sbarcare a Pozzallo e la segnalazio­ne alla magistratu­ra, ieri sera scatta il sequestro. Secondo i magistrati «i responsabi­li della Ong hanno agito con l’unico scopo di approdare in Italia benché ciò non fosse imposto dalla situazione in quanto avrebbero dovuto attenersi alle disposizio­ni. E invece non hanno seguito le indicazion­i di andare a Malta, porto più vicino, nonostante avrebbe costituito un approdo comodo e sicuro per le vite dei migranti». Dura è la reazione del legale della Ong: «Hanno istituito il reato di solidariet­à».

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Lo sbarco La nave «Open Arms» nel porto di Pozzallo, dove ha condotto oltre 200 migranti. Ieri è stata sequestrat­a
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Ministro

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