Corriere della Sera

L’inter rinata infierisce sulla Samp

Maurito ne fa 4: «Il tecnico ci ha provocati, abbiamo mostrato di avere qualità»

- DAL NOSTRO INVIATO Guido De Carolis

GENOVA L’inter è così, d’improvviso si gonfia, tracima e travolge tutto. La belva divoratric­e di una Samp, incapace di compiere il salto dall’adolescenz­a all’età adulta, è Mauro Icardi. Il figlio svezzato anni fa all’ombra della Lanterna dove realizzò la prima rete in serie A, torna nei panni di spietato ex nel suo teatro d’esordio e appoggia un poker di reti sul tavolo di Marassi. Sbriciola così il muro dei 100 centri in campionato, arrivando in un colpo solo a quota 103, e soprattutt­o spinge con la sua violenta propulsion­e i nerazzurri nell’orbita Champions League. «I giochi del destino... Il mio primo gol lo avevo fatto a Marassi e qui ho anche realizzato il 100° con la maglia dell’inter. In realtà spero di farne un altro pesante nel derby con il Milan. Bisogna goderseli certi momenti, anche se non abbiamo ancora fatto nulla. È stato un periodo in cui ci siamo penalizzat­i da soli, spero che questa partita sia una ripartenza». Con la quaterna fa il suo ingresso nell’esclusivo club dei «centenari» del gol, cui si sono iscritti entro i 25 anni, miti come Meazza, Piola, Boniperti, Borel, Altafini e adesso lui.

Il largo successo, inafferrab­ile in trasferta dal lontano 25 novembre, è firmato dal centravant­i argentino che si porta via dal Ferraris il pallone autografat­o dai compagni e chiude un digiuno che durava dal 5 gennaio. Sarà difficile non portare uno così al Mondiale. C’è però pure il sigillo del suo compare Ivan Perisic, tornato a segnare, e soprattutt­o a giocare per davvero, dopo tre mesi di buio. È anche il trionfo della qualità tanto invocata da Spalletti. «Con quelle parole l’allenatore ci ha provocato, abbiamo risposto» ha detto ancora Icardi.

A Genova Spalletti ha scoperto di possedere ciò che mancava. Ha trovato in Rafinha il cervello pensante della squadra, in Gagliardin­i e Brozovic i dinamici dioscuri capaci di dare spessore al centrocamp­o. Il totale controllo della partita è mutato presto in dominio e al coro nerazzurro si è unita la voce di Cancelo, una macchina sforna assist. Proprio da una sua intuizione è nato il vantaggio di testa di Perisic che ha spaccato la partita. E poi c’è stato Icardi e il suo show. L’argentino, fischiato e insultato, ha risposto ai vecchi tifosi scatenando la sua ira. Ha trasformat­o il rigore concesso a Rafinha, irriso Viviano segnando di tacco e, prima della pausa, ha depredato ancora l’area della Samp raccoglien­do una corta respinta del portiere. Non pago è tornato in campo e ha messo il quarto timbro sul match con una beffarda girata. Una partita mai cominciata è così finita con una doppia lezione. La prima impartita a «una Samp raccattata», come l’ha definita un furioso Giampaolo, l’altra all’inter stessa che ha forse compreso di poter centrare l’obiettivo Champions, dovrà solo avere fame e dedizione tipiche di chi non si sente mai arrivato. Il campione Icardi c’è, ora pure una squadra al seguito.

Serie interrotte

Finiti anche i digiuni di Perisic e della squadra che non vinceva fuori casa dal 25 novembre

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