Più tecnologia, meno istinto e gli arbitri si adeguano
Dai vertici arbitrali assicurano che «non c’è niente di strano», che «è stata una giornata così», e in effetti ciò che conta è che siano stati corretti gli errori, però dietro ai dieci interventi della Var — la settimana scorsa erano stati la metà, quella prima quattro, alla 23ª solo tre — è difficile non scorgere un serio cambio di tendenza, forse una piccola grande rivoluzione. Dopo l’iniziale euforia dei primi mesi, da dicembre in poi gli arbitri avevano iniziato a riprendersi una certa autonomia di giudizio, tanto che più volte, anche in publico, il tandem dei responsabili Rizzoli & Rosetti aveva dovuto suggerire (leggi ordinare) loro di fidarsi un po’ meno del proprio istinto e affidarsi un po’ di più al nuovo strumento andando a rivedersi le immagini «ogni volta che c’è un dubbio».
Direttiva rimasta però a lungo disattesa, tanto che l’ipotesi di una fronda anti Var all’interno del team di fischietti di A ha continuato a reggere nonostante le indignate smentite del presidente dell’associazione, Nicchi. Sarà una casualità, ma questo «gran ritorno della Var» è coinciso con la settimana degli sfondoni europei che hanno coinvolto le italiane, Juventus e soprattutto Milan. Quasi fosse una specie di risposta di campo alla controriforma europea che spinge in senso opposto, con l’uefa che continua la sua opposizione per le coppe. Gattuso ieri è stato chiarissimo: «Senza la Var forse non avremmo vinto».
Dei dieci interventi di ieri, grazie ai quali otto volte la scelta iniziale è stata modificata, ben tre sono avvenuti infatti in Milan-chievo. Scelte corrette che però non sono andate giù al presidente dei veronesi Campedelli. Var protagonista pure in Torino-fiorentina dove l’arbitro Gavillucci è stato salvato in tre circostanze: non ne aveva indovinata una. Ieri lo ha detto anche il commissario straordinario della Figc, Roberto Fabbricini: «È preziosa». Soprattutto ora che è tornata.