Corriere della Sera

Atto I, individuar­e l’ad giusto

Oggi il nuovo presidente, invertire il trend e globalizza­re il calcio di serie A

- Daniele Sparisci

Manager

● Gaetano Miccichè, 67 anni, nato a Palermo, è presidente di Banca Imi e consiglier­e d’amministra­zione di Rcs

● Giovanni Malagò gli ha offerto la carica di presidente della Lega di serie A: oggi a Milano l’assemblea lo eleggerà

Il calcio, la vecchia passione di tante vite fa quando la divisa non era un gessato ma scarpini e sudore. Giocava a centrocamp­o Gaetano Miccichè, al servizio della squadra. E ha continuato a farlo da dietro a una scrivania mettendo ordine a pile di dossier: Prada, Fiat, Nh Hotel, Esaote, Ntv, Pirelli, Rcs, Telecom, Autostrade, Piaggio, Yomo, Granarolo, tanti da riempire un prato verde, forse un piccolo stadio.

A 67 anni il banchiere palermitan­o trapiantat­o a Milano torna in campo: oggi riceverà l’investitur­a dei venti club della serie A per diventare il presidente della Confindust­ria del pallone. Un atto di amore per lo sport che non ha mai tradito: dal nuoto allo sci, raccontano però che il meglio il presidente dell’imi, la banca d’investimen­to del gruppo Intesa Sanpaolo, lo dia ancora oggi sui campi da tennis. Chi gli sta vicino sottolinea il trasporto emotivo con cui segue in tv partite, Olimpiadi o i duelli fra Sofia Goggia e Lindsey Vonn. Il presidente del Coni (e commissari­o della Lega serie A) Giovanni Malagò lo ha chiamato a bordo dalla Corea, lui ha risposto sì. Dopo aver ottenuto il via libera dal numero uno di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, dopo aver avuto la certezza che la sua candidatur­a fosse condivisa dai litigiosi inquilini della serie A. Ultima riserva: ha chiesto di individuar­e un bravo amministra­tore delegato. Per fare squadra, naturalmen­te. I nomi che circolano in via Rosellini sono questi: un altro banker, Marzio Perrelli di Hsbc, Sami Kahale ex top manager di Procter & Gamble e Luigi De Siervo, a.d. di Infront. Ma per sapere come finirà questa partita servono tempo e diplomazia, intanto oggi con la nomina di Micciché sarà posata la prima pietra per la ricostruzi­one della Lega, commissari­ata da più di un anno.

Con la nuova governance il pallone di casa nostra punta a recuperare il terreno perduto sui campionati esteri: il brand Premier League ha conquistat­o i mercati globali con logiche e metodi da multinazio­nale, la Liga con Cristiano Ronaldo e Leo Messi ha fatto il resto. «Ambasciate», uffici di marketing, accademie giovanili ovunque, accordi con le emittenti e i big di Internet, l’italia ha pagato a caro prezzo il ridimensio­namento dei propri orizzonti calcistici.

Gli obiettivi

Con la nuova governance si punta a recuperare il terreno perso su Liga e Premier

Uva Una Figc forte ha bisogno di una Lega forte Miccichè è un nome di altissimo profilo

L’ora di invertire il trend è arrivata, e se uno come Miccichè ha accettato di mettersi in gioco è perché è convinto sia possibile.

Il termine «risanatore» non gli si addice, il presidente di Banca Imi piuttosto ama far dialogare il mondo della finanza e quello dell’industria, avendoli abitati tutti e due. Da architetto dell’internazio­nalizzazio­ne di Prada, sa che la strada per la crescita passa per la globalizza­zione. E per una Lega molto più impresa e meno «condominio». I club hanno detto sì al cambio di passo, ma il viaggio è appena iniziato. «Una Federazion­e per essere forte ha bisogno di una Lega forte — ha detto il d.g. della Federcalci­o Michele Uva a Radiorai —, Miccichè è il benvenuto. La sua è una figura di altissimo profilo, umano e profession­ale».

La prima tappa del nuovo tour ferma sui diritti tv: dopo l’ok dell’antitrust a Mediapro, gli spagnoli dovranno presentare garanzie finanziare per un miliardo e duecento milioni e poi avviare le trattative con Sky, Mediaset e gli operatori web (Perform con la sua piattaform­a Dazn) e della telefonia (Vodafone sembra interessat­a). Per confermare che l’italia non è stata una scommessa a perdere.

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