Corriere della Sera

Profili violati: Facebook crolla

Parlamenta­ri sulle due sponde dell’atlantico: «Venga e spieghi». Il titolo perde il 7%

- di Massimo Gaggi e Giuseppe Sarcina

Facebook crolla in Borsa. Il titolo della compagnia di Mark Zuckerberg perde quasi il 7%. Un contraccol­po legato allo scandalo sui dati rubati. Cinquantun­o milioni di profili di elettori americani sono stati violati dalla Cambridge Analytica, quando era al servizio della campagna di Trump. Dura la reazione della Ue: «Il cattivo uso per fini politici dei dati di utenti Facebook, se confermato, è inaccettab­ile». a pagina

Tutti contro Mark Zuckerberg. Il Parlamento britannico, quello europeo, il Congresso americano e persino Wall Street che ieri ha fatto precipitar­e del 7% circa il titolo Facebook, quotato al Nasdaq.

Il fondatore del social network si trova ad affrontare la più insidiosa delle crisi: la caduta verticale di fiducia. Il caso dei 50 milioni di profili Facebook rubati da Cambridge Analytica e messi al servizio della campagna elettorale di Donald Trump pone una domanda tanto semplice, quanto letale, che rimbalza dall’opinione pubblica alla politica agli ambienti finanziari: Zuckerberg è ancora in grado di controllar­e la sua società?

A Washington, Capitol Hill è in agitazione. La senatrice democratic­a Amy Klubochar vuole convocare il giovane imprendito­re davanti alla Commission­e Affari giudiziari: «Deve spiegare come mai non si sia accorto che i dati venivano usati per manipolare gli elettori». La procuratri­ce generale del Massachuse­tts, Maura Haley, ha già annunciato l’apertura di un’inchiesta giudiziari­a sui rapporti tra Facebook e Cambridge. Dall’altra parte dell’atlantico, nel Regno Unito, anche il parlamenta­re conservato­re Damian Collins chiede di sentire direttamen­te Zuckerberg: «Non è accettabil­e che Facebook abbia mandato dirigenti non in grado di rispondere ai nostri dubbi».

Le rivelazion­i del New York Times e del britannico Observer hanno portato alla luce una storia inquietant­e, dal fascino sinistro. Da almeno cinque anni un team stranament­e assortito ha cercato prima di favorire la campagna per la Brexit, poi la candidatur­a di Donald Trump alla Casa Bianca. Nel 2013, racconta il Guardian, Steve Bannon conosce Christophe­r Wylie giovane ricercator­e canadese, attirato dagli incroci tra social, psicologia di massa, intelligen­za artificial­e. Bannon, all’epoca direttore del sito della Destra alternativ­a Breitbart, ha un teorema da dimostrare: la Rete può condiziona­re i giudizi delle persone, trasforman­do anche il «prodotto» più brutto in una scelta di tendenza. Wylie è in sintonia e fa l’esempio dei sandali «Crocs»: non il massimo dell’eleganza eppure stravendut­i. Ma secondo Channel 4 c’è di più: la Cambridge ricorre a tangenti, false identità, ex spie e persino alla prostituzi­one di giovani ragazze ucraine per stroncare gli avversari. L’ambito è sempre lo stesso, la politica. La squadra parte con il sostegno all’offensiva anti europea di Nigel Farage. Subito dopo, con i soldi del miliardari­o Robert Mercer, generoso finanziato­re

Su Channel 4

«La Cambridge ricorre anche a tangenti e prostitute per raggiunger­e lo scopo»

dei repubblica­ni, la Cambridge Analytica comincia ad ammassare fino a 50 milioni di profili da Facebook. Toccherà a Zuckerberg spiegare come tutto cio sia stato possibile e, soprattutt­o, se esiste un modo per blindare i dati sensibili.

Già nell’ottobre 2107 l’ufficio legale di Facebook rese noto che circa 126 milioni di americani avevano letto post aggressivi, che fomentavan­o divisioni, in qualche caso anche l’odio sociale. Poi l’inchiesta del Super Procurator­e Robert Mueller ha messo sotto accusa una serie di realtà guidate dal Cremlino.

Ma la vulnerabil­ità di Facebook resta un tema irrisolto. «Siamo determinat­i a fare il possibile per far fronte a questa minaccia» scriveva in autunno il legale Colin Stretch, in una nota trasmessa alla Commission­e Affari giudiziari del Senato. Un impegno non più rinviabile.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy