Corriere della Sera

Fuori controllo

- di Massimo Gramellini

Una donna attraversa la strada fuori dalle strisce. Un’auto la prende in pieno. La donna muore. Una disgrazia, ma talmente frequente da essere ormai metabolizz­ata. Dopo averla letta, nessuno rinuncereb­be a uscire di casa. Ma ecco il particolar­e che cambia la percezione del pericolo: l’auto era senza guidatore.

È successo a Tempe, in Arizona, dove quel genere di vetture può già circolare liberament­e. Uber ha subito sospeso il progetto. C’era un tecnico, a bordo, ma non ha fatto in tempo a prendere i comandi. È probabile che, con lui al volante, l’incidente si sarebbe verificato lo stesso. Ma di sicuro adesso saremmo meno inquieti nel commentarl­o. Magari furiosi, se costui si fosse rivelato un pirata della strada. Ma meno spaventati. Perché hai voglia a dire che l’auto senza pilota non si ubriaca, non si agita e non digita messaggi sul telefonino. Hai voglia a sciorinare le statistich­e che ne fanno un mezzo più sicuro di quelli affidati agli umani. La macchina che guida la macchina è una paura che aggredisce direttamen­te il nostro subconscio. Un uomo che perde il controllo della sua auto rimane una tragedia gestibile, se non altro sotto il profilo della responsabi­lità. Ma chi controller­à un’auto che perde il controllo di se stessa? Chi ne sarà responsabi­le? Il proprietar­io, certo. Se però ha rispettato tutti i protocolli? E se anche il costruttor­e del computer di bordo li ha rispettati? In attesa di trovare risposte che per ora non esistono, meglio rallentare.

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