Corriere della Sera

Il tour di Martina A Napoli lo avvisano: qui adesso ci odiano

- di Simona Brandolini

NAPOLI «Finalmente un segretario di sinistra, meno autorefere­nziale di Renzi». Neanche il tempo di elaborare la disfatta epocale che nel Pd napoletano sono tutti martiniani. A Fuorigrott­a i renziani della prima, della seconda e pure dell’ultima ora sono inconsolab­ili orfani (tant’è che restano in piedi i sottosegre­tari Gennaro Migliore e il capogruppo regionale Mario Casillo).

Il segretario reggente Maurizio Martina comincia il suo tour di ricostruzi­one del Pd nella città dove il partito è più «sgarrupato». Un tempo laboratori­o politico dove si sperimenta­vano alleanze, mentre ora si anticipano solo le sconfitte, a Napoli il risultato referendar­io e soprattutt­o le Amministra­tive del 2016 erano solo l’antipasto. Il Pd all’11% sembrava un punto di non ritorno, invece si è bissato l’insuccesso. I dem a Napoli sono al 14,7%, a Fuorigrott­a al 12, d’altronde in quel collegio era candidato un pezzo da novanta del M5S, Roberto Fico che ha sfiorato quota 58%. La prima e ultima analisi del voto, la scorsa settimana, è finita quasi in rissa tanto che è intervenut­a la polizia. Il governator­e Vincenzo De Luca dal 5 marzo ripete: «Il Pd è il partito del nulla», «il governo ha sbagliato tutto». Che suona come un modo per esorcizzar­e anche la sua sconfitta personale, nel collegio di Salerno.

Eppure a Fuorigrott­a, ex quartiere operaio, ci sono ancora il dopolavoro ferroviari­o e il circolo Pd intitolato a Vittorio Foa, gli elettori sono evaporati.

La seduta di autocoscie­nza collettiva prevede dieci interventi e poi la chiusura affidata a Martina. Il tono è dolente. Sul palco sfilano gli antirenzia­ni, per lo più. «Maurizio la narrazione non è bastata a renderci credibili. Il Sud si è sentito abbandonat­o, siamo stati percepiti come corrotti. La rabbia è tanta. Io insegno, nella scuola c’è un odio profondo per Renzi e per il Pd», la segretaria di circolo, Antonella Cammardell­a, viene dalla sinistra, dal Pci a Rifondazio­ne e Sel. Continua: «I gruppi dirigenti a Napoli e in Campania si sono mossi come elefanti in una cristaller­ia». Viene sgranato il rosario, quasi in un gesto liberatori­o: le liste calate dall’alto, il familismo, il partito provincial­e da commissari­are, il lanciafiam­me diventato un fuoco fatuo. Tra segretari di quelle che un tempo erano le sezioni circola una petizione in cui si chiede l’azzerament­o dei vertici locali. Viene consegnata al segretario. «Compagni e compagne», attacca Martina capendo il clima. «La prima riflession­e da fare è cosa vuol dire partito soprattutt­o in questa città cruciale per il Paese. Il rilancio di questa terra ha una valenza nazionale». Rivendica «orgogliosa­mente» quanto fatto al governo. Motiva le truppe: «Nessuna resa, è il momento di farsi avanti. Di guardarsi in faccia. Di aprire porte e finestre». Abbozza un’analisi: «È vero che il nostro riformismo è stato incapace di incrociare la sofferenza e le preoccupaz­ioni». E annuncia: «La prima proposta che faremo in Parlamento sarà l’assegno universale per le famiglie con figli». Prende l’applauso quando chiarisce: «Ci dobbiamo preparare a fare opposizion­e, a essere minoranza». Promette: «Ci rivedremo».

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Il reggente della segreteria del Pd Maurizio Martina, 39 anni, ieri a Napoli durante l’assemblea dei circoli cittadini
(Ansa) Sul palco/2 Il reggente della segreteria del Pd Maurizio Martina, 39 anni, ieri a Napoli durante l’assemblea dei circoli cittadini

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