Svolta di Putin IV: dialogo internazionale
Stravinte le elezioni, dispersa l’opposizione, il leader del Cremlino abbandona il nazionalismo bellicoso
Dopo l’ubriacatura del grande successo di domenica con il raggiungimento del 76,7% dei consensi, Vladimir Putin si è presentato ieri al mondo con una faccia diversa da quella delle settimane di campagna elettorale. Con il volto che l’occidente vorrebbe tanto vedere sempre: quello di un leader non più obbligato a cavalcare il nazionalismo bellicoso ma pronto invece a dirimere pacificamente le divergenze con vicini, ex nemici e partner. E le prime dichiarazioni sembrano promettenti: «Non abbiamo alcuna intenzione di imbarcarci in una nuova corsa agli armamenti. Al contrario: tenteremo di costruire relazioni costruttive con gli altri Paesi. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per risolvere le dispute con i nostri partner usando mezzi politici e diplomatici».
Musica per le orecchie degli europei che ieri, nonostante la leader britannica Theresa May avesse chiesto (secondo indiscrezioni) di non congratularsi col capo del Cremlino, si sono affrettati a inviare messaggi. Dal presidente tedesco a Mattarella che ha espresso «cordiali felicitazioni» ma ha anche parlato della necessità di riprendere un dialogo costruttivo con Ue e Nato. Macron ha rotto per primo gli indugi e ha chiamato al telefono Putin. Nel comunicato francese si parla di «augurio di successo alla Russia nel suo processo di modernizzazione». Una formula furba per dire e non dire. Al presidente francese, che ha anche sollevato la questione degli agenti chimici che potrebbero essere detenuti da Mosca in violazione degli accordi (ma senza alcuna accusa diretta a Vladimir Vladimirovich, come invece fanno da giorni i britannici), Putin ha ripetuto che il suo Paese è innocente.
Molto morbide anche le dichiarazioni degli osservatori Osce e Ue. Il voto russo è stato giudicato regolare dal punto di vista delle procedure di domenica. Ma, naturalmente, i candidati non erano in condizione di competere ad armi pari con Putin. E la Ue ha chiesto alla Russia di «affrontare le mancanze» rilevate dagli osservatori. Niente di più.
Ora che avrà sei anni senza rischi politici davanti a sé, il quadri-presidente potrà dunque presentarsi con nuovo atteggiamento sull’agone internazionale. E poi dovrà certamente prendere di petto la situazione interna, tutt’altro che brillante. La Russia esce da anni di crisi profonda aggravata anche da sanzioni e controsanzioni che per ora non sembrano destinate a essere eliminate. La recente risalita dei prezzi di petrolio e gas (il Brent, oggi a 66 dollari il barile, era a 34 nel gennaio del 2016) ha ridato fiato all’economia, ma il bilancio statale va corretto. Esiste già un piano assai duro che prevede aumento delle tasse e innalzamento dell’età pensionistica. Il nuovo governo dovrà probabilmente metterlo in pratica.
Oggi Putin si può permettere di varare anche provvedimenti impopolari, visto il risultato. A parte i voti espressi per lui (con un picco del 93,38% in Kabardino-balkaria, nel Caucaso), è risultata alta anche l’affluenza alle urne: 67,4% degli aventi diritto. Vale a dire che il presidente ha oggi il consenso della maggioranza assoluta dei russi (51,37%), contando tutti. Lev Gudkov, direttore dell’ultimo organismo indipendente demoscopico
Gli auguri
Da Mattarella a Macron, messaggi di auguri a Mosca, senza dimenticare il caso spie
rimasto, il Centro Levada, è convinto che nella notte i voti siano «aumentati misteriosamente». Ma la sostanza rimane: la Russia si è schierata. L’opposizione democratica è in frantumi e anche il blogger Navalny che aveva proclamato il boicottaggio del voto ha fatto un buco nell’acqua. E questa catastrofe dei democratici potrà rivelarsi un serio problema per il Paese.