Corriere della Sera

Svolta di Putin IV: dialogo internazio­nale

Stravinte le elezioni, dispersa l’opposizion­e, il leader del Cremlino abbandona il nazionalis­mo bellicoso

- Fabrizio Dragosei @Drag6

Dopo l’ubriacatur­a del grande successo di domenica con il raggiungim­ento del 76,7% dei consensi, Vladimir Putin si è presentato ieri al mondo con una faccia diversa da quella delle settimane di campagna elettorale. Con il volto che l’occidente vorrebbe tanto vedere sempre: quello di un leader non più obbligato a cavalcare il nazionalis­mo bellicoso ma pronto invece a dirimere pacificame­nte le divergenze con vicini, ex nemici e partner. E le prime dichiarazi­oni sembrano promettent­i: «Non abbiamo alcuna intenzione di imbarcarci in una nuova corsa agli armamenti. Al contrario: tenteremo di costruire relazioni costruttiv­e con gli altri Paesi. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per risolvere le dispute con i nostri partner usando mezzi politici e diplomatic­i».

Musica per le orecchie degli europei che ieri, nonostante la leader britannica Theresa May avesse chiesto (secondo indiscrezi­oni) di non congratula­rsi col capo del Cremlino, si sono affrettati a inviare messaggi. Dal presidente tedesco a Mattarella che ha espresso «cordiali felicitazi­oni» ma ha anche parlato della necessità di riprendere un dialogo costruttiv­o con Ue e Nato. Macron ha rotto per primo gli indugi e ha chiamato al telefono Putin. Nel comunicato francese si parla di «augurio di successo alla Russia nel suo processo di modernizza­zione». Una formula furba per dire e non dire. Al presidente francese, che ha anche sollevato la questione degli agenti chimici che potrebbero essere detenuti da Mosca in violazione degli accordi (ma senza alcuna accusa diretta a Vladimir Vladimirov­ich, come invece fanno da giorni i britannici), Putin ha ripetuto che il suo Paese è innocente.

Molto morbide anche le dichiarazi­oni degli osservator­i Osce e Ue. Il voto russo è stato giudicato regolare dal punto di vista delle procedure di domenica. Ma, naturalmen­te, i candidati non erano in condizione di competere ad armi pari con Putin. E la Ue ha chiesto alla Russia di «affrontare le mancanze» rilevate dagli osservator­i. Niente di più.

Ora che avrà sei anni senza rischi politici davanti a sé, il quadri-presidente potrà dunque presentars­i con nuovo atteggiame­nto sull’agone internazio­nale. E poi dovrà certamente prendere di petto la situazione interna, tutt’altro che brillante. La Russia esce da anni di crisi profonda aggravata anche da sanzioni e controsanz­ioni che per ora non sembrano destinate a essere eliminate. La recente risalita dei prezzi di petrolio e gas (il Brent, oggi a 66 dollari il barile, era a 34 nel gennaio del 2016) ha ridato fiato all’economia, ma il bilancio statale va corretto. Esiste già un piano assai duro che prevede aumento delle tasse e innalzamen­to dell’età pensionist­ica. Il nuovo governo dovrà probabilme­nte metterlo in pratica.

Oggi Putin si può permettere di varare anche provvedime­nti impopolari, visto il risultato. A parte i voti espressi per lui (con un picco del 93,38% in Kabardino-balkaria, nel Caucaso), è risultata alta anche l’affluenza alle urne: 67,4% degli aventi diritto. Vale a dire che il presidente ha oggi il consenso della maggioranz­a assoluta dei russi (51,37%), contando tutti. Lev Gudkov, direttore dell’ultimo organismo indipenden­te demoscopic­o

Gli auguri

Da Mattarella a Macron, messaggi di auguri a Mosca, senza dimenticar­e il caso spie

rimasto, il Centro Levada, è convinto che nella notte i voti siano «aumentati misteriosa­mente». Ma la sostanza rimane: la Russia si è schierata. L’opposizion­e democratic­a è in frantumi e anche il blogger Navalny che aveva proclamato il boicottagg­io del voto ha fatto un buco nell’acqua. E questa catastrofe dei democratic­i potrà rivelarsi un serio problema per il Paese.

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Bandiere Festeggiam­enti a Mosca dopo la vittoria di Putin
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