«Perché lo zar Vladimir affascina i russi? Sa far leva su paura, propaganda e soldi»
«Paura. Propaganda. Soldi. Sono queste le tre cose su cui si costruisce un impero. Putin è partito vent’anni fa dalla prima. Poi s’è dedicato alle altre due: fake news e rinascita economica». Vladimir Ryzhkov è un ex vicepresidente della Duma, liberale. Abita nello stesso palazzo dove viveva Boris Nemtsov, l’ex vicepremier (e oppositore) ammazzato misteriosamente tre anni fa: «La fase della paura non è finita. Ne ho anch’io: due settimane fa, uno dei nostri s’è trovato una strana sostanza sciolta nella Caesar Salad e spalmata sul cellulare, ora ha tutta la pelle che si squama…».
Perché lo zar affascina i russi?
«Conosce bene quel che aveva da voi Mussolini: un machismo autoritario. La Russia non è Mosca, dove il 70% degli studenti sogna solo di scappare all’estero: la propaganda ha lavorato bene sui diciottenni russi, che ammirano Putin per la sua immagine, e sugli anziani che ne amano la grandeur».
Ma voi oppositori dove siete?
«Facciamo il possibile. Qualcuno si scredita da sé, al resto provvede lui: in una campagna elettorale brevissima, Putin ha avuto il 90% degli spazi e la tv non ha fatto che magnificare i successi della Crimea, della Siria. Lui non è mai comparso. E l’apparato statale qui non è neutrale: sta col presidente».
Neanche l’aventino del boicottaggio è servito…
«Ovvio. I russi credono nel voto. E in chi fa credere loro d’essere ancora una superpotenza. L’unico modo per mettere Putin in difficoltà è che l’occidente reagisca unito quando Mosca va oltre il limite. Come hanno fatto gli inglesi».
Pensa che Londra boicotterà i Mondiali di calcio?
«Inutile sperarlo. Tutti vogliono esserci. Perché Putin passa, ma una Coppa del Mondo resta».