Corriere della Sera

Brexit, il Regno Unito in Europa fino al 2020 Con l’incognita Irlanda

Intesa per un’uscita «dolce». Resta la questione confini

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Luigi Ippolito

LONDRA Niente Brexit fino alla fine del 2020. Di fatto, questo è il risultato dell’accordo sul periodo di transizion­e raggiunto ieri tra Londra e Bruxelles. Un’intesa che garantisce anche pieni diritti ai cittadini europei, almeno fino a quella data. L’annuncio è stato dato ieri da David Davis, il ministro britannico per la Brexit, e Michel Barnier, il capo negoziator­e europeo, che ha salutato un «passo decisivo» e ha parlato di «un accordo internazio­nale per un’uscita ordinata del Regno Unito».

A guadagnarc­i è soprattutt­o il mondo degli affari, che ha ottenuto la certezza che nulla cambierà nel futuro immediato e la garanzia che saranno evitate pericolose turbolenze dopo il 29 marzo 2019, la data nella quale la Gran Bretagna lascerà formalment­e l’unione Europea. Infatti per i successivi 21 mesi Londra resterà nel mercato unico e nell’unione doganale e dovrà conformars­i a tutti i regolament­i europei, anche se non avrà più voce in capitolo.è un accordo che probabilme­nte lascerà l’amaro in bocca ai sostenitor­i di una Brexit dura e pura, che avevano già lamentato lo scenario di un Regno Unito ridotto a «Stato vassallo», ossia soggetto alle leggi europee pur dopo essere uscito dalle istituzion­i comunitari­e. Ma ad addolcire la pillola c’è la concession­e che Londra avrà fin da subito la possibilit­à di stringere trattati commercial­i con altri Paesi, anche se potranno entrare in vigore solo alla fine del periodo di transizion­e. I Brexiters sognano infatti una «Gran Bretagna globale» che faccia da polo di attrazione per le economie extra-europee, specialmen­te quelle del Commonweal­th.

Un passaggio importante dell’accordo stabilisce che i cittadini europei che arriverann­o in Gran Bretagna durante il periodo di transizion­e, ossia dal marzo 2019 al dicembre del 2020, avranno gli stessi diritti di chi è già qui: un principio che era stato messo in dubbio da Theresa May ma che ora è stato riaffermat­o. Le cose, tuttavia, cambierann­o a partire dal 2021.

L’intesa è stata salutata con favore dai mercati e la sterlina si è subito apprezzata: tuttavia aleggia una grande incognita, perché il compromess­o è condiziona­to al raggiungim­ento di un accordo finale sui rapporti futuri fra Europa e Gran Bretagna. I negoziati su quest’ultima fase cominceran­no subito dopo il Consiglio europeo di questa settimana, che apporrà il suo sigillo alla transizion­e: ma un esito positivo non è scontato, perché per l’ennesima volta è stata messa sotto il tappeto la questione più spinosa, ossia come evitare che dopo la Brexit si torni a stabilire un confine «solido» fra Irlanda del Nord e Repubblica d’irlanda. Un problema finora rivelatosi intrattabi­le e che fa gravare un grande punto interrogat­ivo sull’esito finale della Brexit: senza un accordo soddisface­nte potrebbe venir meno tutto l’impianto e dunque anche la transizion­e, faticosame­nte concordata ieri, tornerebbe in questione. È per questo che nessuno si sente ancora di escludere il «no deal», uno scenario senza accordo, catastrofi­co per tutti.

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I negoziator­i europei e britannici hanno presentato un primo accordo che regolerà l’uscita del Regno Unito dall’unione Europea. Il testo prevede che i cittadini europei che vivono in Gran Bretagna potranno restarci se vi abitano da almeno 5 anni. Lo...
1 I negoziator­i europei e britannici hanno presentato un primo accordo che regolerà l’uscita del Regno Unito dall’unione Europea. Il testo prevede che i cittadini europei che vivono in Gran Bretagna potranno restarci se vi abitano da almeno 5 anni. Lo...

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