Corriere della Sera

Gli unici reati che aumentano hanno le donne come vittime

- Di Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

L’ultimo omicidio è stata una vera e propria esecuzione: un colpo di pistola alla testa sparato davanti alla scuola dove Immacolata Villani aveva appena accompagna­to la sua bambina. Colpisce la capacità di questi uomini di essere tanto spietati, colpisce la premeditaz­ione nell’agire. E anche l’efferatezz­a. Nessuno potrà mai dimostrarl­o ma forse la vera punizione che il carabinier­e Luigi Capasso ha voluto infliggere alla moglie Antonietta Gargiulo è stata quella di lasciarla in vita, sopravviss­uta alle due figlie. Le ha sparato a distanza ravvicinat­a ma non ha colpito organi vitali, come ha fatto invece con Alessia e Martina. I dati del Viminale registrano un calo di tutti i reati, i femminicid­i sono gli unici in aumento, nel 2017 è stata uccisa in media una donna ogni 60 ore. A rimanere sostanzial­mente invariato è il numero degli «ammoniment­i» dei questori a chi minaccia o compie atti persecutor­i. È questa la tendenza che si deve invertire: sono ancora molte, troppe le donne che non sanno di avere diritto a ottenere protezione quando chiedono aiuto. Troppo pochi sono invece i fondi concessi per far funzionare i centri antiviolen­za e così garantire a chi è in pericolo di essere informata e assistita su tutto quello che la legge prevede per difendersi da chi, sempre più spesso, confonde il possesso con l’amore. E ritiene che una fidanzata o una moglie siano proprietà privata.

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