Gli unici reati che aumentano hanno le donne come vittime
L’ultimo omicidio è stata una vera e propria esecuzione: un colpo di pistola alla testa sparato davanti alla scuola dove Immacolata Villani aveva appena accompagnato la sua bambina. Colpisce la capacità di questi uomini di essere tanto spietati, colpisce la premeditazione nell’agire. E anche l’efferatezza. Nessuno potrà mai dimostrarlo ma forse la vera punizione che il carabiniere Luigi Capasso ha voluto infliggere alla moglie Antonietta Gargiulo è stata quella di lasciarla in vita, sopravvissuta alle due figlie. Le ha sparato a distanza ravvicinata ma non ha colpito organi vitali, come ha fatto invece con Alessia e Martina. I dati del Viminale registrano un calo di tutti i reati, i femminicidi sono gli unici in aumento, nel 2017 è stata uccisa in media una donna ogni 60 ore. A rimanere sostanzialmente invariato è il numero degli «ammonimenti» dei questori a chi minaccia o compie atti persecutori. È questa la tendenza che si deve invertire: sono ancora molte, troppe le donne che non sanno di avere diritto a ottenere protezione quando chiedono aiuto. Troppo pochi sono invece i fondi concessi per far funzionare i centri antiviolenza e così garantire a chi è in pericolo di essere informata e assistita su tutto quello che la legge prevede per difendersi da chi, sempre più spesso, confonde il possesso con l’amore. E ritiene che una fidanzata o una moglie siano proprietà privata.