L’azienda che collega le sedi d’esame (e in due anni cresce del 40%)
Alla fermata dell’autobus a Salerno si salutano come alla partenza di una gita scolastica. Una mamma preoccupata per il lungo viaggio (16 ore) fa le solite raccomandazioni alla figlia 24enne: «Copriti bene. E chiama». Poi le consegna la busta con la merenda. Un paio di passi più avanti la scena si capovolge. Una bimba di otto anni saluta il papà 42enne che sta per salire sullo stesso pullman e gli affida un portafortuna. «Papà portalo con te mentre fai l’esame». Il pulmino è quello di Bus to go, startup salernitana che trasporta i «concorsisti» presso le sedi d’esame. L’idea iniziale del servizio era raccontare un’iniziativa imprenditoriale di successo, nata dal nulla, con un fatturato cresciuto quasi del 40% in un paio d’anni grazie al boom di prenotazioni (3.674 richieste nello stesso periodo di riferimento). Salvo realizzare che i viaggiatori sono tutti laureati, disoccupati, meridionali che anelano a lasciare il Sud. Quello che colpisce è come nell’autobus tutto si livelli: età, esperienze lavorative, progetti di vita. La notte gli uni si appoggiano alla spalla degli altri. Quando si torna a casa il neolaureato programma con l’anziano il nuovo concorso e il nuovo viaggio della speranza. Che però diventa «della disperazione» superata la soglia dei dieci concorsi tentati. Non tanto per demeriti personali ma perché non sono riusciti a rientrare in quell’uno su mille che ce la fa.
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