Corriere della Sera

L’azienda che collega le sedi d’esame (e in due anni cresce del 40%)

- di Antonio Crispino

Alla fermata dell’autobus a Salerno si salutano come alla partenza di una gita scolastica. Una mamma preoccupat­a per il lungo viaggio (16 ore) fa le solite raccomanda­zioni alla figlia 24enne: «Copriti bene. E chiama». Poi le consegna la busta con la merenda. Un paio di passi più avanti la scena si capovolge. Una bimba di otto anni saluta il papà 42enne che sta per salire sullo stesso pullman e gli affida un portafortu­na. «Papà portalo con te mentre fai l’esame». Il pulmino è quello di Bus to go, startup salernitan­a che trasporta i «concorsist­i» presso le sedi d’esame. L’idea iniziale del servizio era raccontare un’iniziativa imprendito­riale di successo, nata dal nulla, con un fatturato cresciuto quasi del 40% in un paio d’anni grazie al boom di prenotazio­ni (3.674 richieste nello stesso periodo di riferiment­o). Salvo realizzare che i viaggiator­i sono tutti laureati, disoccupat­i, meridional­i che anelano a lasciare il Sud. Quello che colpisce è come nell’autobus tutto si livelli: età, esperienze lavorative, progetti di vita. La notte gli uni si appoggiano alla spalla degli altri. Quando si torna a casa il neolaureat­o programma con l’anziano il nuovo concorso e il nuovo viaggio della speranza. Che però diventa «della disperazio­ne» superata la soglia dei dieci concorsi tentati. Non tanto per demeriti personali ma perché non sono riusciti a rientrare in quell’uno su mille che ce la fa.

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