SALVINI FLIRTA CON I 5 STELLE MA I VOTI LI PRENDE AL NORD
Caro Aldo,
Il messaggio di Salvini «prima gli italiani» mi lascia perplesso. Infatti io, abitando nel Veneto, volendo seguire il pensiero salviniano, sarei portato a dire: prima i veneti e poi gli italiani! Peraltro, a pensarci bene, essendo io veronese, figlio di veronesi, mi verrebbe di affermare: prima i veronesi e poi i veneti! È chiaro che si potrebbe ulteriormente restringere il cerchio per arrivare all’unica, vera affermazione: prima il sottoscritto e poi tutti gli altri! Salvini si rende conto che questo è il succo del suo messaggio?
ICaro Pierluigi, l nazionalismo si sta prendendo la rivincita sul mondo globale, e il «prima gli italiani» di Salvini non è diverso dall’«america first» di Trump (ma se è per questo Obama chiudeva i comizi elettorali del 2012 gridando che l’america è «the greatest nation on earth», la più grande nazione della terra, il che non sarebbe vero né come superficie né come popolazione).
Va detto però che Salvini si sta muovendo sul filo. Non si capisce bene se il feeling esibito con i Cinque Stelle sia una mossa per innervosire Berlusconi o un reale progetto di governo. Se così fosse, dovremmo pensare che Salvini ha penato tanto per diventare capo del centrodestra, e ora sarebbe pronto a distruggere tutto per andare a fare il vice di Di Maio: curioso. Inoltre, la Lega non è così compatta. Certo un leader che porta il partito dal 4 al 17 per cento ha un certo ascendente sulla base. L’intuizione di fare della Lega un partito nazionale anziché la sindacalista del Nord resta geniale. Ma prima o poi le contraddizioni verranno fuori; perché è pur sempre il Nord il serbatoio dei voti leghisti, e dare mille euro al mese ai disoccupati del Sud — oltre a essere impossibile per i conti dello Stato — rischia di essere maldigerito da chi si aspetta la flat tax al 15% e il taglio delle accise della benzina. Il silenzio di Zaia, il presidente di Regione più amato d’italia, mi sembra carico di significati.