Partita l’offerta su Ynap Richemont, 2,7 miliardi per i soci ecommerce
MILANO Oltre 2,76 miliardi di euro, in caso di esercizio integrale delle stock option da parte di manager e dipendenti di Ynap. È il controvalore complessivo dell’offerta pubblica di acquisto volontaria promossa da RLG Italia Holding, diretta emanazione di Compagnie Financière Richemont. Il gruppo svizzero di beni di lusso — proprietario, tra gli altri, dei marchi Cartier, Jaegerlecoultre, Officine Panerai, Lancel, Montblanc e Peter Millar — ha avuto il via libera della Consob al documento di offerta per rilevare il 100% della principale piattaforma di ecommerce segmento lusso in Europa.
Ieri è stato il primo giorno di (possibile) adesione all’offerta di Richemont, lanciata a 38 euro per azione. Un valore ritenuto «congruo» dagli advisor finanziari dell’emittente — Bank of America Merrill Lynch e Mediobanca — per un’opa che si chiuderà il prossimo 9 maggio. È previsto un periodo di riapertura dell’offerta (21-25 maggio) proprio per consentire ai manager (e ai dipendenti) di Ynap di esercitare lo stock option nel caso volessero farlo. D’altronde in questi anni sono state incoraggiate le politiche di incentivazione di questo tipo da parte del consiglio di amministrazione, anche per legare meglio le performance di ognuno allo sviluppo dell’azienda stessa.
Da un punto di vista operativo dovrebbe cambiare poco, almeno per il momento. La prima linea di manager, guidata dal fondatore di Yoox (poi diventata Ynap per effetto della fusione con Net-aporter) Federico Marchetti, dovrebbe restare alla guida in autonomia, pur con un azionista al 100%. Richemont già è titolare di una partecipazione del 49% del capitale di Ynap. Sale semplicemente al 100% delistando la società da Piazza Affari e facendola confluire nell’holding a monte come piattaforma interamente proprietaria.
Richemont è quotata alla Borsa di Zurigo. La quota in Ynap a suo modo è un unicum perché ha un modello di controllo totale dei suoi marchi. L’eccezione di Ynap deriva però dalla neutralità della piattaforma, che vende prodotti di lusso per conto terzi, quindi per gran parte dei big della moda, come Kering, con cui Ynap ha una joint-venture ancora operativa. Cambierà il modello?