Corriere della Sera

In tv vince la memoria

Il conduttore porta su Rai1 lo storico show di Corrado: «Cinquant’anni fa cambiò gli scenari» Conti: si ripescano vecchi format perché mancano le idee originali La «Corrida»? Fu rivoluzion­aria

- Chiara Maffiolett­i

Cinquant’anni fa, Carlo Conti era un bambino che — «la domenica, a Firenze, appena prima o subito dopo la messa, non ricordo bene» — accendeva la radio per non perdere una puntata de La Corrida. Dal 6 aprile, in prima serata su Rai1, sarà il nuovo conduttore di questo storico programma «che torna a casa, in Rai. Esattament­e mezzo secolo dopo la sua nascita».

Che effetto le fa?

«Emozionant­e, specie se penso a quel bambino cresciuto ascoltando proprio programmi come questo, Alto gradimento, Gran varietà o La Hit Parade di Luttazzi».

Poi per «La Corrida» è arrivata la tv.

«E subito mi viene in mente Corrado, rivedo le sue facce irripetibi­li, il suo modo apparentem­ente distaccato ma sempre rispettoso, in cui, per quanto posso, mi riconosco. Appena c’è stata la possibilit­à di riportare in onda questo programma — che negli anni è stato condotto, benissimo, anche da Scotti e Insinna — è stato naturale incontrarm­i subito con Marina Donato, la moglie di Corrado, che ha reputato fossi la persona giusta per riportarlo in Rai».

Come sarà la sua «Corrida»?

«Parliamo del primo, vero, people show. In questo caso, la novità è lasciare il programma esattament­e come è. Se un’idea è forte è forte. Non ha senso cambiarla. Aggiungere i giudici? Fare modifiche? Perché trasformar­e qualcosa che funziona? E quindi spazio al pubblico, all’orchestra, al semaforo, ai campanacci...».

Non è il solo ritorno celebre degli ultimi tempi. C’è stato il «Rischiatut­to» di Fazio, arriverà «Scommettia­mo che...?». Perché la tv guarda così spesso al passato?

«Perché è difficile da trovare un’idea completame­nte nuova e non bisogna vergognars­i ad ammetterlo. Gli ultimi programmi rivoluzion­ari sono stati il Grande Fratello, L’isola dei famosi e, nel quiz, Chi vuol essere milionario. Quelle sono intuizioni che hanno cambiato gli scenari, proprio come La Corrida 50 anni fa. Il resto sono tutte riproposiz­ioni, evoluzioni, trasformaz­ioni di altri programmi. Il mio stesso Tale e quale è, in fondo, Re per una notte di Mike Bongiorno, solo che lì si esibiva gente non famosa e non c’erano i giudici».

In questo boom non c’entra anche l’effetto nostalgia?

«Non credo. Sono programmi che hanno fatto storia e riproporli è normalissi­mo. Possiamo dire che è un’operazione di memoria, al massimo, perché quella è collettiva mentre la nostalgia è un sentimento personale e non è detto che scatti in tutti. Ad attualizza­re programmi del passato sono le persone che partecipan­o. La modernità di questa edizione della Corrida arriverà dai dilettanti di oggi. E un po’ anche dai tempi televisivi: da Corrado si esibivano 10 concorrent­i a puntata, ora saranno 15».

Ha avuto anche un ruolo da direttore artistico nella scelta di chi salirà sul palco?

«Sono arrivate una valanga di richieste. Abbiamo fatto provini in tutta Italia e adesso con gli autori stiamo scegliendo i dilettanti perfetti. Ma proverò il meno possibile per non guastare l’effetto sorpresa e godermi io per primo lo spettacolo mentre va in scena. Corrado, sul suo sgabello, riusciva a fare un controcamp­o meraviglio­so».

Parlando di classici, le è piaciuto questo Sanremo?

«Molto. È la dimostrazi­one

Il progetto Carlo: «Canzonissi­ma» è un altro programma senza tempo che sogno di riproporre

che le idee forti durano nel tempo, in questo caso da 68 edizioni. Ogni talent musicale di oggi, in fondo, è una gara canora. Come Sanremo. Poi ciascun direttore artistico ha il proprio stile nel costruirci uno spettacolo attorno. E quello di quest’anno era fatto da tre grandi artisti».

Per la sua carriera è stato una consacrazi­one.

«Ma non me ne rendo conto. Vivo tutto allo stesso modo, rispetto a trent’anni fa e alle tv locali, diciamo che ora ho una maggiore tranquilli­tà economica. Ma il lavoro resta una parte della mia vita, non tutta. E non dimentico mai la fortuna che ho avuto nel riuscire a far diventare il mio hobby da ragazzo nella mia profession­e».

Ci sono altri programmi del passato che le piacerebbe riportare in vita?

«Mi sono divertito a riproporre Ieri e oggi, su Rai3 e, visto il gradimento, spero di poterne fare una nuova serie. Un altro format senza tempo è Canzonissi­ma. Rimetterla in piedi con i cantanti di oggi sarebbe un sogno».

 ??  ?? Presentato­re Carlo Conti (57 anni) è autore e conduttore televisivo. Tra i suoi programmi di maggior successo: «I raccomanda­ti», «L’eredità», «I migliori anni» e «Tale e quale show»
Presentato­re Carlo Conti (57 anni) è autore e conduttore televisivo. Tra i suoi programmi di maggior successo: «I raccomanda­ti», «L’eredità», «I migliori anni» e «Tale e quale show»

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