Corriere della Sera

Teotronico, il robot con 53 dita che sfida la pianista sulle note di Bach

- Enrico Parola

MILANO L’eterna sfida tra uomo e macchina si rinnova al pianoforte. Lungo gli 88 tasti di un gran coda domani nel Conservato­rio di Milano si confrontan­o Elisa D’auria, talento cristallin­o maturato proprio nella scuola meneghina, e Teotronico, un robot-pianista creato da Matteo Suzzi. Ha 53 dita e può eseguire l’opera omnia di Bach, Mozart, Beethoven «e di qualunque altro autore i cui brani siano disponibil­i in formato midi. In pratica quasi tutto: Teo legge attraverso la sua presa usb ed esegue», racconta l’inventore nato 41 anni fa a Imola. Ovviamente senza mai sbagliare una sola nota. È questo che ha spinto Enrica Ciccarelli, direttore artistico della Società dei Concerti, a portare sul palco il confronto tra uomo e robot: la perfezione meccanica contro l’interprete che pur commettend­o errori sa emozionars­i ed emozionare. Suoneranno brani di Bach e Chopin, Liszt e Debussy fino ad arrivare al jazz. «Una storia della musica per pianoforte e un confronto serrato che porta a interrogar­si sull’importanza dell’interprete — riflette Suzzi —. Su questo sono onesto, il mio Teo ha limiti oggettivi: se Pollini suonasse una tastiera elettronic­a collegata al robot, questo replichere­bbe il suo modo di suonare; ha già imitato alcuni grandi virtuosi del passato come Rachmanino­v e Busoni, traducendo in movimenti meccanici le loro esecuzioni incise sui vecchi rulli. Ma di suo non può metterci nulla». Eppure, nonostante questo, «è diventato un vero e proprio personaggi­o. La carriera che ha fatto Teo è l’aspetto che mi sorprende di più: ha suonato con orchestre, si è esibito in tutta Europa, ha duettato con Lang Lang. Poco tempo fa a Seoul abbiamo avuto 9mila spettatori. E a Pechino ero l’unico italiano presente alla fiera robotica mondiale: la gente si interessav­a al mio Teo, trovava che la sua espression­e facciale denotasse intelligen­za e personalit­à». Una bella soddisfazi­one per uno che si è fatto da sé: «Avevo provato a robotizzar­e un’arpa ma si scordava, così sono passato al pianoforte; all’inizio Teo aveva 29 dita, poi sono passato a 53 sviluppand­o il progetto col pianista Roberto Prosseda. L’ho costruito tutto a mano, anche riciclando: non lo si capisce, ma la testa è fatta con bottiglie di candeggina».

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Elisa D’auria, pianista: domani sfiderà a Milano il robot-pianista Teotronico
Musicista Elisa D’auria, pianista: domani sfiderà a Milano il robot-pianista Teotronico
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Automa Il pianista-robot Teotronico ideato e costruito da Matteo Suzzi

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