Il web non sarà mai più lo stesso
I l crollo dei titoli in Borsa di Facebook e degli altri colossi web dice che nulla sarà come prima.
Basta guardare l’andamento dei titoli in Borsa di Facebook e degli altri «titani del web» per capire che lo scandalo legato a Cambridge Analytica rischia di essere qualcosa di più di un semplice inciampo. Qualcosa che assomiglia a una rivoluzione per la Rete. Il social network creato da Mark Zuckerberg è crollato lunedì e ieri. E così Twitter. Hanno frenato Amazon, Netflix, Apple e Alphabet (società che controlla Google). Il caso è noto. Facebook ha i dati che i suoi clienti gli regalano ogni volta che vogliono usarlo per mettersi in contatto con amici e parenti. Questi vengono impastati per creare dei profili che vengono «venduti» agli inserzionisti pubblicitari. Con Cambridge Analytica si è capito che oltre alle aziende a essere interessati ai nostri profili ci sono anche i partiti. Quello che sinora era un tema di posizioni dominanti sul mercato si è tramutato in questione politica. Riuscire a influenzare un voto come quello negli Usa non è cosa di poco conto. E così mercati e investitori in queste ore si stanno chiedendo cosa accadrà di questi big che sinora rispondevano a logiche di business e ora devono fronteggiare un’offensiva anche sociale e politica? Quando c’è di mezzo la politica non c’è business che tenga. Una troppo potente Standard Oil all’inizio del secolo scorso diede inizio e orientò le politiche antitrust mondiali grazie al celebre Sherman Act. Ora il caso di Cambridge Analytica rischia di essere per il web quello che è stato lo scandalo diesel per le auto. Una scossa che ha rivoluzionato approcci e regole. In quale direzione? Incerta. E l’incertezza è quello che da sempre temono i mercati.