Corriere della Sera

I profili social venduti da Fb senza permesso

- Davide Casati Martina Pennisi

1. York Due esattament­e? Cos’è giornali, Times, successo, hanno Observer rivelato e New che una società di consulenza politica di Londra, Cambridge Analytica (CA), ha usato senza autorizzaz­ione quantità Facebook. di Quella dati un’enorme prelevati società da ha effettuato una meticolosa profilazio­ne di 50 milioni di statuniten­si e ha venduto i dati ai suoi clienti. Non si è tecnicamen­te trattato di spionaggio: CA ha acquistato i dati da un’app,

Thisisyour­digitallif­e, cui gli utenti li avevano ceduti per poter accedere. Il punto è che le condizioni di servizio di Facebook vieterebbe­ro la compravend­ita di quei dati tra app e società di consulenza. Secondo la «talpa» dei due quotidiani, Facebook sapeva di questo uso improprio da almeno due anni, ma non avrebbe fatto nulla.

2. Ma che c’entra Trump? Robert Mercer, il più importante dei donatori di Trump, versò 15 milioni a Cambridge Analytica perché desse vita a uno strumento di profilazio­ne degli elettori. Stephen Bannon — ex consiglier­e di Trump alla Casa Bianca — era stato vicepresid­ente di CA; e proprio CA fu assoldata dalla campagna elettorale del tycoon (guidata da Bannon). Le dimensioni della profilazio­ne, e dell’utilizzo fatto dal team di Trump, non sono al momento note. Secondo l’observer, CA è stata al centro anche della campagna per far uscire la Gran Bretagna dall’ue.

3. Perché Facebook è crollata in Borsa? Facebook è la piattaform­a che ha reso possibile la raccolta dei dati. Dei 270 mila che hanno scaricato l’app Thisisyour­digitallif­e e hanno usato le loro credenzial­i del social network per usarla. E dei loro 50 milioni di amici, che essendosi iscritti a Facebook prima del 2014 hanno accettato che i loro dati potessero venire pescati da app terze. Non però che potessero essere venduti, come è accaduto. Facebook sapeva, ma non è intervenut­o. Perché? Chi dovrebbe rispondere è l’ad Mark Zuckerberg. Ma tace, mentre in dubbio ci sono il caposaldo del suo business e la fiducia degli utenti, e personaggi di livello inferiore nell’organigram­ma, come il capo della sicurezza Alex Stamos, cancellano tweet e cambiano ruolo in azienda. I miliardi di capitalizz­azione bruciati in poche ore sono ormai l’ultimo dei problemi.

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