Corriere della Sera

Pm del G8, attacco choc alla polizia «Ai vertici ci sono dei torturator­i»

Zucca: come possiamo chiedere giustizia per Regeni? Interviene il ministero

- Fulvio Fiano

ROMA «I nostri torturator­i sono ai vertici della polizia, come possiamo chiedere all’egitto di consegnarc­i i loro torturator­i?». La provocator­ia associazio­ne di idee arriva dal sostituto procurator­e della Corte di appello di Genova, Enrico Zucca, uno dei pm del processo per il pestaggio alla scuola Diaz, non nuovo ad esternazio­ni sul tema. E scatena le proteste di chi gli contesta di parlare a danno delle forze di polizia mentre ricopre ancora la sua carica in magistratu­ra. Zucca è intervenut­o a un dibattito sulla vicenda di Giulio Regeni, il ricercator­e italiano ucciso al Cairo nel 2016 con il sospetto coinvolgim­ento dei servizi segreti e di polizia egiziani. Raggiunto al telefono, spiega: «Il rispetto di principi e diritti non può variare a seconda dei casi. Ora chiediamo all’egitto di rispettarl­i, ma la nostra Corte costituzio­nale ha preso posizioni che contrastan­o con l’esigenza di accertare una verità giudiziari­a quando siamo di fronte alla “ragion di Stato”». Le sue parole, già oggi, saranno sottoposte alla valutazion­e del consiglio di disciplina del ministero della Giustizia, che ha acquisito anche i video e i documenti del convegno.

Il riferiment­o di Zucca è al G8 del 2001, ma anche al caso di Abu Omar, l’imam milanese rapito sul suolo italiano da forze di polizia statuniten­si e consegnato all’egitto: «Per quell’episodio siamo stati condannati dalle corti internazio­nali,come possiamo ora rivolgerci a loro? Quanto a Genova, l’ultimo rientro è quello di Gilberto Caldarozzi (condannato in via definitiva a tre anni e otto mesi per la fabbricazi­one di false prove per accusare gli ospiti della scuola Diaz, ndr) che è stato di recente nominato vice capo della Dia, un ruolo operativo, dopo che con la sua condotta, sono parole della Cassazione, “ha gettato discredito sulla polizia italiana nel mondo”. Possibile che non ci fosse nessun altro di più idoneo a quel ruolo?».

Zucca ne fa un problema di credibilit­à anche delle pressioni diplomatic­he e dell’inchiesta della Procura di Roma per accertare la verità sul delitto Regeni. Alle sue valutazion­i, già in passato hanno risposto l’allora capo della polizia, Alessandro Pansa, e l’ex ministro dell’interno, Angelino Alfano, che — «a tutela della onorabilit­à della polizia» — avevano chiesto al guardasigi­lli di intervenir­e. Tanto che da via Arenula, anche allora, si valutarono eventuali profili disciplina­ri nei confronti del sostituto procurator­e. Alla condanna delle parole di Zucca si aggiunsero i sindacati.

Al dibattito su Regeni erano presenti anche i genitori di Giulio, che più volte hanno contestato la scelta di riaprire la sede diplomatic­a italiana in Egitto: «Siamo decisi ad andare avanti anche a piccoli passi — ha detto il padre Claudio —. Combattiam­o per lui ma anche per tutti quelli che possono trovarsi in situazioni simili».

Tra le tante difficoltà della poca collaboraz­ione egiziana, «i pm romani sono arrivati a identifica­re nove membri delle forze di polizia locali implicati», come ha ricordato l’avvocato difensore della famiglia, Alessandra Ballerini.

 ?? (Imagoecono­mica) ?? Il delitto Giulio Regeni (qui sopra in un ritratto mostrato dalla madre Paola) aveva 28 anni quando è scomparso al Cairo il 25 gennaio 2016: il corpo del dottorando italiano dell’università di Cambridge fu ritrovato il 3 febbraio vicino alla capitale...
(Imagoecono­mica) Il delitto Giulio Regeni (qui sopra in un ritratto mostrato dalla madre Paola) aveva 28 anni quando è scomparso al Cairo il 25 gennaio 2016: il corpo del dottorando italiano dell’università di Cambridge fu ritrovato il 3 febbraio vicino alla capitale...

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