Suicida l’uomo che ha sparato alla moglie davanti a scuola
Pasquale Vitiello aveva già deciso che poi sarebbe toccato a lui. Lunedì, subito dopo aver ammazzato la moglie Immacolata Villani davanti alla scuola di Terzigno dove lei aveva appena accompagnato la figlia di otto anni, si è diretto in scooter verso un sentiero di campagna poco distante e lì, in una catapecchia diroccata, si è sparato alla testa. Lo hanno trovato ieri mattina e non è stata una sorpresa per nessuno. Quelle venti lettere che aveva scritto da quando Imma se n’era andata portando con sé la bambina, erano chiaramente un addio. E pure un suo immaginario dialogo finale con la figlia. «Sono fiero di te», le scrive, «Ti guarderò dal cielo». Tra tanti fogli sparsi le ha lasciato anche una busta chiusa, raccomandandosi, con una nota, che le venga consegnata soltanto quando sarà adulta. Forse lì le spiega il perché di quello che ha fatto e che la bimba ancora nemmeno immagina. Da lunedì è a casa degli zii (il fratello della mamma e la moglie), in un paese diverso da Terzigno, gioca con i cuginetti e non è preoccupata perché sapeva che la mamma sarebbe dovuta andare in ospedale per rimuovere il gesso al braccio, quindi non le è sembrato strano andarsene da scuola con gli zii, né rimanere poi con loro. È già successo, ma mai per tanto tempo, e perciò tra un po’ qualcosa comincerà a chiedersi. E verrà il momento della verità. Con la psicologa, gli assistenti sociali e tutte le cautele possibili, ma mai sufficienti a rendere più lieve una realtà così atroce. In quel momento inizierà davvero la nuova vita della bambina. Quella che ha alle spalle l’ha vissuta vicinissima ai nonni paterni, perché la casa dove stava con il papà e la mamma è una parte della loro villetta. Ora davanti al cancello c’è un drappo viola, e dentro i genitori di Pasquale aspettano di avere l’autorizzazione per andare all’obitorio e vedere il corpo del figlio. «Io vorrei che mia nipote crescesse qui dove è sempre stata — dice nonno Ciro — ma per il suo bene sono pronto ad accettare qualunque soluzione. Noi e la famiglia di Imma siamo tutti vittime di una tragedia, ma ora dobbiamo tutti pensare solo alla bambina».