Piano A2A, la spinta sui dividendi «Nel 2021 rinnovabili a quota 45%»
Camerano: valutiamo il dossier solare Rtr. Valotti: uno stimolo per i competitor
MILANO Crescere su rinnovabili, digitale e innovazione attraverso 2,8 miliardi di investimenti. Continuare a creare valore per i territori. Spinta sui dividendi. A2A, la multiutility che ha i Comuni di Milano e Brescia come soci di maggioranza, ieri ha presentato il piano strategico 20182022 e ha comunicato i conti 2017: 293 milioni di utile netto (+26%), ricavi per 5,9 miliardi (+16%).
«Investiremo mezzo miliardo per portare la produzione di energia da fonti rinnovabili dall’attuale 29% al 45% a fine piano», ha spiegato l’amministratore delegato Valerio Camerano, che ha anche aggiunto: «Nell’arco di piano distribuiremo 1,1 miliardi di dividendi». Una cedola di 6,7 centesimi per azione nel 2018, di 7,5 centesimi nel 2019, contro i 5,7 distribuiti nel 2017, e «una crescita minima del 5% negli anni successivi».
Sul tavolo di A2A c’è anche il dossier che riguarda gli asset fotovoltaici in Italia di Rtr, messi in vendita da Terra Firma, oltre 330 Mw per un valore stimato superiore al miliardo: «L’interesse c’è — ha detto Camerano — lo stiamo valutando» e non esclude un’offerta «in partnership». Il piano prevede una crescita nelle rinnovabili attraverso acquisizioni e sviluppo, «per raggiungere capacità per 170 Mw». L’idroelettrico, ha spiegato Camerano, resterà sostanzialmente invariato, ma il gruppo crescerà nelle altre fonti. «Al 2025 A2A sarà un gruppo decarbonizzato», ha previsto il ceo, riferendosi all’addio al carbone e all’olio, ma mantenendo il parco termoelettrico.
Il nuovo piano industriale, che è stato battezzato «Tec» perché si articola su tre assi (trasformazione, eccellenza, community), punterà anche sull’economia circolare: «Prevediamo la costruzione di 12 impianti per la filiera ambientale per il trattamento dei rifiuti considerati commodity e non scarti, il 70% dei quali ha già l’autorizzazione o siamo vicini, poi crescita inorganica e da acquisizioni». Centrale anche il capitolo digitalizzazione: «Prevediamo mezzo miliardo di investimenti cumulati su progetti digitali e di innovazione tecnologica — ha spiegato Camerano — pari al 20% degli investimenti totali di gruppo».
Il presidente di A2A, Giovanni Valotti, ha sottolineato la decisione di «integrare il piano strategico e di sostenibilità e di non incorporare per prudenza varie iniziative di crescita, tra cui le aggregazioni territoriali»: «Confidiamo di chiudere la multiutility del Nord entro l’estate e potrà portare 60-70 milioni di margine operativo lordo aggiuntivo rispetto ai numeri del piano». Con la nuova strategia 2018-2022, ha concluso Valotti, «vogliamo segnare ancora di più la differenza con i competitor e fare da traino per tutto il settore dei pubblici servizi, uno stimolo per tutte le altre aziende del settore».