Trony, Mediaworld Euronics: l’ecommerce ora scatena i tagli
Qualcuno, con un po’ di enfasi, l’ha definita «la risposta disperata ad Amazon». A colpi di promozioni, di azzeramento dell’iva al 22% sugli acquisti, di vendite sottocosto e prezzi civetta. Una battaglia diventata campale. Da un lato il negozio tradizionale, che è a rischio sparizione nei centri città (come insegnano alcuni punti vendita Trony) e resiste faticosamente nei megastore nelle periferie urbane. Dall’altro le piattaforme di commercio elettronico, come Amazon, ma anche eprice (del gruppo Banzai), ebay, Yeppon, Pixmania e Monclick (di Unieuro), che stanno raddoppiando il giro d’affari anno su anno applicando sconti su frigoriferi, forni, televisori, computer, stampanti, cappe.
Ai primi di gennaio il segnale più nitido: Unieuro, la più solida delle insegne di elettronica di largo consumo anche grazie alla quotazione in Borsa, ha lanciato un volantino con un’offerta commerciale sorprendente. Sconti fino al 50% sugli elettrodomestici per tentare di attenuare lo strapotere dell’ecommerce amplificato dai portali comparatori come Trovaprezzi.it che segnalano, in tempo reale, dove conviene comprare. La guerra delle promozioni però ha finito per comprimere anche i margini dei distributori. Il combinato disposto con la perdita di quota di mercato del canale fisico (diventata dirompente negli ultimi tre anni) sta portando a chiusura di punti vendita, concordati e procedure fallimentari.
Il caso più clamoroso riguarda 43 negozi di uno dei soci di Trony, la Dps della famiglia pugliese Piccinno, poi diventata Vertex, attraverso la cessione di un ramo d’azienda e ora dichiarata in fallimento lasciando 500 lavoratori senza posto. Ma anche Euronics e la tedesca Mediaworld non se la passano troppo bene. La prima ha sofferto la crisi di uno dei soci, la Andreoli, finita in concordato preventivo. I 21 punti vendita diretti tra Lazio, Abruzzo e Marche sono stati rilevati da Unieuro, che a ottobre scorso ha acquistato altri 19 suoi negozi tramite l’acquisto di un ramo d’azienda della Cerioni. La seconda ha spostato la sede da Bergamo in Brianza annunciando 180 esuberi, dopo aver chiuso due punti a Milano e Grosseto.
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La guerra delle promozioni e di sconti sull’iva sono la risposta disperata ad Amazon