Piccoli musei e chiese antiche Idee per la gita
Da sinistra: Raffaello, «Angelo», Pinacoteca di Brescia; il Moretto, «Cena in Emmaus», Pinacoteca di Brescia; Girolamo Romanino, «Madonna col Bambino», 15171518, Salò, Duomo; Tiziano Vecellio, «Madonna col Bambino tra Sant’antonio da Padova e San Rocco», Madrid, Museo del Prado
Alla scoperta di poco noti tesori lombardi. La mostra «Tiziano a Brescia» diventa occasione per un panorama sugli artisti locali del XVI secolo che va oltre l’evento espositivo, invitando a percorsi alternativi tra edifici sacri e piccoli musei della zona. A cura di Giuseppe Fusari, direttore del Museo Diocesano di Brescia, gli itinerari proposti sono due urbani e due extraurbani, da seguire con l’app Bresciart scaricabile da Playstore e Applestore. Tra le diverse mete, in città non si prescinde dalla chiesa di San Giovanni Evangelista, dove nella cappella del Santissimo Sacramento Romanino e Moretto si sfidano vis-à-vis con 11 tele a testa: Romanino svela il suo fare sanguigno, espressivo ed estroso, Moretto si afferma con modi più controllati e composti. E il terzo genio del ‘500, Savoldo? Alla Pinacoteca Tosio Martinengo ecco l’intimo ritratto del Giovane flautista e il notturno suggestivo dell’adorazione dei Magi, preziosi effetti luministici e cromatici di matrice veneziana. A Santa Maria in Calchera un’altra opera chiave di Moretto, la Cena in casa del Fariseo, delicata nei lumi e nella definizione dei dettagli, mentre in San Clemente si raccoglie quasi una collezione delle sua opere in fase matura. Romanino invece è più attivo fuori porta, con affreschi e dipinti tra il Sebino, la Val Camonica e la Bassa: straordinario il ciclo di Santa Maria della Neve a Pisogne (foto), definito da Testori «la Sistina dei poveri», un apparato spettacolare che mette in scena la Passione con stile anticlassico e popolaresco. Sorprendente anche la cattedrale di Asola, con il complesso monumentale dell’organo e del pulpito sempre di Romanino. Una curiosità: nel gentiluomo ritratto sul fronte dell’organo, abito e barba neri, si dice che l’artista abbia rappresentato se stesso.
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