Corriere della Sera

Un ex contadino l’erede di Domingo

Il tenore Schager: «Vengo da una famiglia povera e da ragazzino mungevo le mucche»

- Valerio Cappelli

È lui, oggi, che ha più diritto di stringere la spada di Sigfrido. Andreas Schager, 47 anni, austriaco, è considerat­o l’erede di Placido Domingo, benché abbia una tinta vocale meno grave. È reduce da un trionfo personale alla Staatsoper di Berlino nel Tristano e Isotta diretto da Barenboim, titolo con cui aprì due anni fa la stagione dell’opera di Roma. Viene da una famiglia umile: «Scriva pure una famiglia povera. I miei genitori erano contadini, dopo la guerra si dedicarono all’agricoltur­a. Avevamo poco, ma non mi è mai mancato nulla. E noi cinque figli abbiamo sempre aiutato la fattoria. Non esistevano né domeniche né vacanze. Dovevamo mungere le mucche. Eravamo circondati da maiali, polli. Mio padre purtroppo è morto prematuram­ente, avevo 14 anni. Nonostante tutto, ho un bel ricordo dell’infanzia».

In che modo le sue radici l’hanno aiutata nel suo apprendist­ato artistico? «Ho imparato fin da piccolo a non distinguer­e fra tempo libero e lavoro. Sono stato fortunato ad avere trasformat­o la mia voce in un mestiere, grazie al sostegno della mia famiglia. Ho cominciato dall’operetta, è stata una bella scuola per acquisire scioltezza sul palco, mi aiuta ancora oggi».

Nei social dei Paesi nordici, i cantanti del repertorio di Wagner e Strauss sono popolari come Messi e Neymar; si spaccano in quattro le corde vocali, come i capelli, c’è un continuo confronto di opinioni su chi sia il tenore eroico del nostro tempo, quello che in Germania si chiama Heldenteno­r. Schager ci dice che nel suo futuro c’è sicurament­e il ruolo più famoso di Placido Domingo: Otello. «Cantare in Italia è una gioia e un onore, i teatri d’opera sono i migliori al mondo e hanno una lunga tradizione». Intanto a dominare le sue scelte è il repertorio tedesco. «Alla Scala canterò Tribuno romano Il tenore austriaco Andreas Schager nell’opera «Rienzi, l’ultimo dei tribuni» di Richard Wagner Die ägyptische Helena (L’elena in Egitto) di Richard Strauss. Ma certo l’altro Richard, Wagner... Sono favorevole alle attualizza­zioni, i sentimenti e le psicologie dei rapporti umani si possono narrare in qualsiasi epoca. Vuol sapere se ogni tanto capita un vuoto di memoria durante quelle opere monumental­i? La risposta ufficiale è no, la risposta sincera è sì. A volte capita, la cosa importante è ritrovare il punto dove ci si era persi». Se avesse Wagner qua davanti, cosa gli chiederebb­e? «Gli chiederei: hai mai pensato che avresti reso così tante persone felici a tanti anni dalla tua morte? Fu Gustav Kuhn a darmi per primo la possibilit­à di cantare la sua musica, I Maestri Cantori, lì mi infettai del Wagner-virus».

La svolta della carriera avvenne a Berlino con Daniel Barenboim. «È una storia divertente. In un batter di timpano mi chiamarono per una sostituzio­ne last minute. Ero alla Staatsoper per una prova del Crepuscolo, dove quella sera si rappresent­ava Sigfrido. A dieci minuti dall’inizio, ● Andreas Schager, 47 anni, tenore austriaco, nel repertorio tedesco è l’erede di Domingo. Reduce dal trionfo nel «Tristano e Isotta» a Berlino, alla Scala tornerà per un’opera di Strauss. il tenore non si presentò. Io dopo due ore dovevo cantare un piccolo ruolo, uno dei due armigeri,nel Flauto Magico diretto da Rattle in un’altra sala, alla Philharmon­ie. Alla fine del primo atto arrivò il cantante designato per Sigfrido e così mi infilai nel taxi e raggiunsi Rattle. Non dimentiche­rò mai quel giorno».

L’ultimo dell’anno alla Staatsoper di Vienna avviene qualcosa di immutabile nel tempo: in cartellone quella sera c’è sempre Il pipistrell­o di Johann Strauss, e durante la festa dal principe Orlofsky, nel secondo atto, irrompe in scena un celebre ospite musicale a sorpresa (la sorpresa riguarda solo l’identità dell’«intruso»). Quest’anno erano due: Andreas Schager (si è tolto una «l», all’anagrafe è Schagerl) e sua moglie, in dolce attesa, la violinista Lidia Baich: «Il pubblico aspetta quel momento con trepidazio­ne, per me è stato doppiament­e bello, visto che ho avuto la possibilit­à di esibirmi con la mia meraviglio­sa moglie».

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