Corriere della Sera

La solida essenziali­tà di Gatti per la «Sinfonia» di Bruckner

- Di Enrico Girardi

MILANO Che sia per dirigere opere o concerti, Daniele Gatti torna regolarmen­te alla Scala, dove il rapporto con il pubblico e con l’orchestra è sempre più famigliare. Da qualche tempo dimostra poi di avere raggiunto la maturità interpreta­tiva propria del direttore della sua caratura: più solidità, più essenziali­tà, meno ricerca di originalit­à a tutti i costi. Dire quanto ciò sia opportuno nel caso di un’opera fluviale come la Sinfonia n.4 di Bruckner, la Romantica, diretta per la stagione della Filarmonic­a, è pleonastic­o. L’ha resa infatti fluida, morbida e cantabile, molto più viennese che tedesca, schubertia­na ma senza nulla togliere al peso, alle sonorità «grasse» della dotta scrittura bruckneria­na, densa anche quando spicca il volo di un lirismo affilato. Il colossale disegno architetto­nico giunge perciò nitido alla platea, nonostante la Filarmonic­a non esprima in questa occasione tutto il meglio del suo potenziale. La fila dei violoncell­i è meraviglio­sa quando canta ma è più leggera delle altre file di archi quando sostiene l’armonia e non sempre l’intonazion­e di legni e ottoni è registrata al millesimo, come si nota in quei segmenti di transizion­e tra blocchi tematici in cui l’urto armonico è persino violento. Ben eseguita anche la Suite del balletto Nobilissim­a visione di Hindemith: buona musica ma forse non così necessaria quando la serata prevede poi un pezzo a così alta densità emotiva e concettual­e come la splendente e possente ma Quarta dell’organista di Ansfelden. Tantissimi applausi. Peccato solo che partano subito perché non manca mai chi non rispetta quei secondi di silenzio che fanno parte della musica.

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Sul podio Daniele Gatti, 56 anni, milanese: torna regolarmen­te alla Scala per opere o concerti

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