La leggenda di Carolina verso l’ultima piroetta
A Milano scatta il Mondiale: Zagitova favorita, la Kostner vuole salutare con una medaglia
MILANO A modo suo, con grazia infinita e occhi bistrati da cerbiatta mannara, verso il traguardo. Reduce da San Pietroburgo, dove alla scuola del maestro Mishin ha cercato di rimettere insieme quei salti che all’olimpiade l’hanno fatta tribolare, Carolina Kostner inaugura oggi il ghiaccio del Forum battezzando il Mondiale di casa e, forse, l’inizio di una nuova vita.
Il corto che indirizza le medaglie servirà a capire quante possibilità di podio ha una fuoriclasse di 31 anni che a Pyeongchang ha visto affacciarsi alla balaustra gli inviati di tutti i giornali del mondo, armati della stessa domanda: «Qual è il segreto della tua longevità?». Carolina ha risposto di ghiaccio sul ghiaccio, esercitando con maestria l’arte che ha scelto da bambina e piazzandosi quinta nella sua quarta Olimpiade, a distanza siderale (19 punti) dal bronzo, però il pattinaggio è meraviglioso perché è scivoloso come la vita: a Milano, 24 giorni dopo, è tutta un’altra storia. Se l’oro iridato è prenotato dalla portentosa 15enne russa Alina Zagitova (in cerca del triplete storico nell’arco di due mesi: Europeo, Giochi, Mondiale), l’assenza di Evgenia Medvedeva, argento in Corea, rimescola le carte sulla patinoire. Il podio, che a livello mondo la Kostner non frequenta dal 2014 (complici i 19 mesi di squalifica per lo Schwazer-gate), diventa — al netto di errori e svarioni — una poltrona per tre: la canadese Osmond, bronzo olimpico, la giapponese Miyahara e Carolina. Una medaglia, alla fine di una stagione lunga e intensa come un’esistenza intera, sarebbe la consacrazione di un’atleta che la sua decisione sul futuro l’ha già presa, ma desidera aspettare che si spengano i riflettori sulla patinoire per parlarne.
Nessun annuncio a Milano, dunque, a margine del Mondiale delle stelle mancate (Hanyu, oro olimpico in carica, e Medvedeva si curano i postumi degli infortuni, i divini canadesi della danza Virtue-moir si ritirano) e splendenti (Zagitova, la coppa tedesca di artistico Savchenkomassot e i trascendentali francesi della danza Papadakis-cizeron valgono da soli il prezzo del biglietto: si va verso il sold out), ma la sensazione diffusa è che la campionessa con un grande avvenire alle spalle, veterana nell’era del baby fenomeno made in Mosca (la Russia sta allevando in batteria bambine già capaci di salti quadrupli a livello junior), sia pronta al triplo Axel più difficile: la transizione da pista a post-carriera. Da comunicare, magari, a ciglio asciutto e bocce ferme, in una bella festa a Ortisei durante l’estate.
Comunque vada il Mondiale di Carolina, che su questo sport ha lasciato graffi indelebili (5 ori europei, uno mondiale, un bronzo olimpico), sarà un successo. Oltre all’occasione di salutare (loro sì, per certo) Anna Cappellini e Luca Lanotte per la loro sontuosa militanza nella balera della danza su ghiaccio e Valentina Marchei, qui in coppia con Hotarek, una guerriera che ha avuto il coraggio di pattinare nell’era della Kostner. D’oro, nonostante tutto.