Corriere della Sera

Gasparri: Palazzo Chigi, la partita è lunga

«Salvini cerca l’asse con il Movimento? Ora c’è lui alla guida, non ci farà sbattere»

- di Tommaso Labate

«Da parte del centrodest­ra c’è una presa d’atto della volontà democratic­a. È ovvio quindi che si delinei un percorso condiviso e che la presidenza della Camera debba andare ai Cinque Stelle…».

E l’ipotesi che il centrodest­ra, Forza Italia compreso, coi M5S faccia il governo?

«La vedo difficile. Non solo da parte nostra. Anche da parte loro».

Difficile o impossibil­e?

«Le rispondo come se avessi davanti a me un questionar­io a risposte multiple».

Prego.

«Ha presente i questionar­i, no? Quelli in cui sono indicate possibili risposte che contengono diverse gradazioni di tono? Tipo “sicuro” e via dicendo fino a “impossibil­e”? Io metterei la croce su “altamente improbabil­e”».

Maurizio Gasparri risponde al telefono prima di cena. Il comunicato congiunto dei leader del centrodest­ra è stato analizzato persino nelle virgole.

Senatore, sembrate di nuovo compatti.

«C’è di nuovo un clima di grande unità tra di noi. Il centrodest­ra non è soltanto una coalizione. È un orizzonte di destino».

Voi forzisti siete usciti dalla possibile tenaglia Salvinidi Maio?

«Mi scusi, ma se Salvini coltiva il sogno di diventare il leader del centrodest­ra, che interesse avrebbe a distrugger­e il centrodest­ra stesso? Come uno che sogna di guidare una macchina e finalmente ne ha la possibilit­à. Secondo lei, la va a distrugger­e alla prima curva?».

Ora sembrate tranquilli, voi di Forza Italia.

«Tenga d’occhio la chiusura dell’accordo su Fedriga in Friuli-venezia Giulia. Dietro, implicitam­ente, c’è l’ok della Lega sul fatto che la presidenza del Senato debba andare a FI».

Il nome?

«Il nome che preferiamo tutti è Paolo Romani».

E il veto del M5S per quella sua vecchia condanna?

«Quella è una roba di poco conto. Si spera che questo veto cada».

S’è scritto anche di altri nomi. Come quello di Anna Maria Bernini o il suo…

«Io vedo che sono candidato un po’ a tutto, dalla Regione Lazio in giù, e mi fa piacere (ride, ndr). Bernini ha anche un ottimo profilo, è molto apprezzata. Ma il nome che preferiamo, ripeto, è Romani».

E se non ci fosse un accordo complessiv­o con le altre forze politiche?

«Noi puntiamo a che ci sia. D’altronde, come si è visto anche in precedenti esperienze, le forze politiche hanno l’obbligo di mettersi attorno a un tavolo per far partire la legislatur­a. Detto questo, com’è noto, il Senato ha un regolament­o diverso. Per cui già se la terza votazione andasse a vuoto, ci sarebbe un ballottagg­io tra i candidati che hanno avuto più voti nello scrutinio precedente. E avremmo in teoria i numeri per votare un presidente del centrodest­ra».

E per il governo?

«Lì inizia una partita che può durare a lungo».

Mesi?

«Mesi magari no. Settimane senz’altro».

Ma se è «altamente improbabil­e» un accordo tra centrodest­ra e M5S, quale altra maggioranz­a può esserci all’orizzonte?

«Si fidi di me, se si votasse a scrutinio segreto un governo nascerebbe in cinque minuti. Nessuno vuole andare a casa».

Peccato che la fiducia sia palese.

«Ci sono delle possibilit­à che un governo che parta dal centrodest­ra possa trovare i consensi. E non si tratta mica di fare compravend­ite, eh? Si ricorda quanti eletti grillini mollarono sul nascere il M5S subito dopo il voto del 2013? Aspettiamo, la partita è lunga».

Maggioranz­e possibili «Governo in 5 minuti se il voto fosse segreto Nessun nuovo eletto vuole andare a casa...»

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