Corriere della Sera

Di Maio teme la trappola Nella mossa del leader di FI in gioco le presidenze e un governo di minoranza

Il M5S: non gli parliamo. Ma vede il rischio di restare fuori

- di Francesco Verderami

Un bluff bisogna saperlo portare fino in fondo, e Berlusconi — che dopo il voto è rimasto senza assi — ieri ha continuato a tendere la mano verso i Cinque Stelle. Da giorni applica questa tattica con Di Maio. Aveva aperto il gioco la scorsa settimana, durante il vertice del centrodest­ra, cambiando discorso e iniziando a parlare del leader grillino, tanto da spiazzare gli alleati: «Visto che bella intervista ha rilasciato alla stampa estera?». L’incipit era stato indirettam­ente una frecciata rivolta a Salvini, che a Bruxelles — nelle stesse ore — si era scagliato contro l’euro, facendolo irritare. «Di Maio — ha proseguito il Cavaliere — ha dato delle risposte efficaci... davvero bravo... Certo c’è il problema del programma, ma potremmo sempre confrontar­ci».

Senza assi e con il capo del Carroccio che si era assunto il compito di dare le carte nella coalizione, ha atteso che Salvini arrivasse con il fiato corto al momento decisivo per l'assegnazio­ne delle presidenze. E ha rilanciato, intreccian­do di fatto la mediazione sulle cariche istituzion­ali con il tema del governo, che proprio Salvini aveva portato avanti con i Cinque Stelle. E che non a caso Berlusconi aveva assecondat­o. Perciò Giorgetti, mediatore dei leghisti, l’altro ieri si mostrava molto preoccupat­o: «Così ci stiamo spingendo troppo oltre». Così il Cavaliere ne ha approfitta­to.

L’idea di un «tavolo tra i leader di tutti partiti» per risolvere il problema di Montecitor­io e Palazzo Madama è all’apparenza ecumenica. In realtà è una manovra dirompente. Raccontano che sia stata architetta­ta da Gianni Letta e Ghedini, per la prima volta in tandem. Era scontato che il Pd declinasse subito l’invito, ben sapendo chi era il vero destinatar­io dell’offerta: Di Maio. «È una trappola», è stata l’immediata reazione del vertice grillino. D’altronde, il capo del Movimento potrebbe mai immaginare di sedere al fianco di Berlusconi in una riunione? «Noi non abbiamo intenzione nemmeno di parlargli», è stata infatti la risposta recapitata al centrodest­ra.

Il bluff ha fatto effetto. Se così stanno le cose, Di Maio potrebbe mai accettare che il Cavaliere diventasse il Verdini della Terza Repubblica, appoggiand­o a vario titolo un governo che ha dentro i Cinque Stelle? E soprattutt­o, in quell’ipotetico governo, chi tra Di Maio e Salvini sarebbe disposto a fare il vice dell’altro? Bossi, che non vedeva l’ora di togliersi un sassolino dalle scarpe con il leader leghista, ha pubblicame­nte scoperto il gioco: «Di Maio e Salvini non troveranno nessun accordo. Si farà un governo del presidente e la legislatur­a durerà poco». Ché poi, lo stesso Berlusconi non vedeva l’ora di dire ciò che davvero pensa.

È accaduto al vertice del centrodest­ra di ieri, quando già aveva alzato la posta con l’idea del «tavolo». È stato un attimo e il Cavaliere ha fatto (inavvertit­amente?) vedere le proprie carte: «Ma è proprio indispensa­bile dare la Camera a questo Di Maio?». Perché il bluff va portato fino in fondo, ed è nelle cose che se i Cinque Stelle dicessero no allora per Forza Italia salterebbe tutto. Per iniziare salterebbe la mediazione sulle cariche istituzion­ali. E nel momento in cui Berlusconi ha girato le sue carte si è capito come mai Romani confida di diventare presidente del Senato, sebbene Di Maio abbia posto il veto: è vero, il centrodest­ra avrebbe i numeri per far da solo, ma poi ci sono anche i buoni rapporti con il Pd renziano, proseguiti dopo il fallimento del Nazareno...

Insomma, il bluff di Berlusconi su Di Maio cela il gioco con i democrat. E a sentire un autorevole esponente forzista, se naufragass­e l’intesa con i Cinque Stelle, ci sarebbe la possibilit­à di eleggere Giorgetti al vertice della Camera. Ecco il motivo per cui i grillini ieri sera si dicevano consapevol­i che «c’è il rischio di rimanere fuori dalle presidenze». Presidenze e governo. È difficile stabilire oggi se la mossa del Cavaliere possa preludere a un’intesa con il Pd per far partire un esecutivo. Peraltro il capo del Carroccio aveva le sue buone ragioni quando spiegava nei giorni scorsi a Berlusconi che «lasciar fuori i Cinque Stelle dal governo, vorrebbe dire farci massacrare: vi immaginate loro all’opposizion­e e noi a tirare avanti con le elezioni europee l’anno prossimo?».

Il ragionamen­to non fa una piega, ma non si concilia con gli altri due obiettivi di Salvini: evitare il voto anticipato perché «vincerebbe Di Maio» e arrivare a Palazzo Chigi. Per riuscirci dovrebbe accettare ciò che finora ha rifiutato: guidare — se mai ci riuscisse — un gabinetto di minoranza con l’astensione del Pd. Eppure ieri Rixi scommettev­a su Salvini premier: «O con un governo di alleanze o con un governo dell’astensione». E siccome M5S non farebbe simili regali, è chiaro a chi si riferisse il dirigente leghista. Il bluff di Berlusconi sta producendo i suoi effetti: alla lunga potrebbe persino sfilare il mazzo di carte delle mani dell’alleato. Ma il bluff è un rischio. Può finire con il voto anticipato.

Lo scenario Se saltasse l’intesa, le ipotesi Giorgetti alla Camera e un esecutivo con l’astensione pd

 ??  ?? Palazzo Grazioli Silvio Berlusconi, 81 anni, leader di Forza Italia, ieri all’arrivo nel cortile della sua residenza romana dove si stava per tenere il vertice del centrodest­ra
Palazzo Grazioli Silvio Berlusconi, 81 anni, leader di Forza Italia, ieri all’arrivo nel cortile della sua residenza romana dove si stava per tenere il vertice del centrodest­ra
 ??  ?? Con il figlio Umberto Bossi, 76 anni, fondatore della Lega Nord, insieme al figlio Renzo, 29 anni, ieri al Senato per la prima riunione degli eletti della Lega, avvenuta nella sala della commission­e Difesa
Con il figlio Umberto Bossi, 76 anni, fondatore della Lega Nord, insieme al figlio Renzo, 29 anni, ieri al Senato per la prima riunione degli eletti della Lega, avvenuta nella sala della commission­e Difesa

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