Corriere della Sera

Semeraro: «No a letture strumental­i»

- G. G. V.

CITTÀ DEL VATICANO «Sono molto amareggiat­o da questa faccenda. Si ha l’impression­e che non ci sia stata una lettura serena e molti abbiano voluto togliersi dei sassolini dalle scarpe...». Il vescovo Marcello Semeraro è tra le persone più vicine a Francesco, il Papa lo ha scelto come segretario del Consiglio dei 9 cardinali che lo aiuta nel governo e la riforma della Curia.

C’è chi ha letto la seconda e la terza parte della lettera di Ratzinger come una sorta di confutazio­ne della prima. Che ne dice?

«Ma no, la logica non lo permette. Chi conosce lo stile e la limpidezza di Benedetto XVI non può pensare a una cosa del genere».

E allora?

«Nel testo ci sono tre momenti distinti. Nella prima parte parla della sua stima nei confronti di Francesco, ne elogia la teologia, deplora lo “stolto pregiudizi­o” contro entrambi e dice la continuità interiore dei due pontificat­i. Poi spiega di non poter fare la prefazione alla collana dei teologi perché non ha letto quei contributi. Infine fa una sua valutazion­e su uno studioso…».

Molto dura…

«Io non entro nel merito della vicenda, non so se la lettera fosse riservata o meno. Resta il fatto che la prima parte conserva la sua validità. Non ci vedo una strumental­izzazione. A essere strumental­izzate, semmai, sono state le altre due».

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Vescovo Marcello Semeraro, 70 anni

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