Summer e le altre che puntano il dito contro Trump (e lo inguaiano)
Scandalo molestie, almeno 3 le donne che potrebbero «incastrare» Donald
Gli avvocati di Donald Trump sudano su tre fronti. Tre donne pronte a parlare e a mettere in difficoltà il presidente. L’ultimo sviluppo riguarda Summer Zervos, 42 anni. Nel 2007 partecipò come concorrente al reality show The Apprentice, condotto dall’allora costruttore Trump. Poi, nel 2016, in piena campagna elettorale, si unì ad altre 18 donne che sostenevano di essere state molestate sessualmente da «The Donald». Il candidato repubblicano le irrise nei comizi davanti a migliaia di persone, chiamandole «bugiarde».
Ma Zervos ha denunciato per diffamazione il presidente americano e ieri, la giudice Jennifer Schecter della Corte Suprema di Stato a Manhattan, ha ammesso la causa, rigettando le obiezioni dei legali di Trump. Il collegio difensivo aveva contestato la legittimità di un processo contro il presidente in carica. Ma la giudice ha citato la sentenza della Corte Suprema che ammise la denuncia per abusi sessuali presentata da Paula Jones contro Bill Clinton. «Nessuno è al di sopra della legge — ha scritto nella decisione la giudice Schecter — e il presidente degli Usa non gode di alcuna immunità in riferimento a suoi comportamenti privati». È un passo che può avere conseguenze pesanti. L’esempio di Zervos potrebbe essere seguito da altre, rafforzando l’assedio alla Casa Bianca.
Nel frattempo ecco spuntare una seconda spina: Karen Mcdougal, ex modella di Playboy, oggi 46enne. Il suo caso è simile a quello della terza figura in campo: la pornostar Stephanie Clifford, 38 anni, sul set Stormy Daniels.
Come Stormy anche Karen afferma di aver avuto una lunga relazione consenziente con Trump, cominciata nel 2006 e terminata nel 2007. In quel periodo l’imprenditore newyorkese si era sposato con Melania. La coppia aveva avuto Barron, l’unico figlio.
Il Wall Street Journal ha raccontato che poco prima delle elezioni nel novembre 2016, il giornale National Enquirer pagò 150 mila dollari per l’esclusiva sulla storia di Karen e Donald. L’obiettivo, però, era farla sparire nei cassetti. L’accordo fu mediato dall’avvocato Michael Cohen, lo stesso che ritroviamo al centro dello scambio con Stormy Daniels: soldi, in questo caso 130 mila dollari, in cambio di silenzio.
Karen, scrive il New York Times si prepara a citare in giudizio Cohen, davanti alla Corte superiore di Los Angeles, sostenendo di «essere stata ingannata».
Nel frattempo avvocati e lo stesso Trump attendono con una certa ansia l’intervista rilasciata da Stormy Daniels al programma «60 minutes» della Cbs, in onda domenica sera. L’attrice descriverà nei dettagli l’incontro con Donald, nel 2006 durante un torneo di golf in un resort vicino al Lake Tahoe, al confine tra California e Nevada. La giornata terminò con un rapporto intimo. Ma non è tutto. Michael Avenatti, legale della Clifford, ha dichiarato che la sua cliente «è stata minacciata fisicamente». Vedremo se Stormy aggiungerà qualche particolare in più.
Per il momento resta sullo sfondo l’altra questione chiave: da dove venivano i fondi usati da Micheal Cohen per pagare la pornostar? Il sospetto è che siano stati prelevati dalle risorse per la campagna elettorale. La legge Usa impone massima trasparenza su ogni spesa dei candidati. Un altro problema per Trump.