Corriere della Sera

Sei testi: è lui Ma il bandito è un suo sosia

- di Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

Il fotogramma di una telecamera e ben 6 testi oculari che ti riconoscon­o: hai fatto tu 8 rapine e derubato 4 persone ai bancomat, gli dice la polizia quando il 18 gennaio lo arresta su ordine del gip Maria Vicidomini in una inchiesta del pm David Monti. Vi sbagliate, cade dalle nuvole Ahmed Abou Elhammd Abbas Ahmed, 58enne italiano di origine egiziana, incensurat­o addetto alle pulizie di un negozio Ikea. Lo salva solo la fortuna: foto e testi, evidenteme­nte ingannati dalla somiglianz­a con il vero bandito, erano dell’8 novembre 2017, ma lui dal 25 ottobre al 29 novembre era a Londra a trovare il figlio (che il 21 gennaio 2018, non sapendolo arrestato e non sentendolo da tre giorni, volerà a Milano temendolo morto da solo in casa). Dopo otto giorni di carcere, l’arrestato è scarcerato dal gip che «dichiara la perdita di efficacia della misura essendo decorsi i 5 giorni per l’interrogat­orio di garanzia». Torna sul posto di lavoro, ma scopre che la sua assenza gliel’aveva fatto perdere: per forza, prova a spiegare, mi avevano arrestato ma è stato uno sbaglio. La sua cooperativ­a e l’ikea non gli credono. Allora il legale Eugenia Bellu chiede aiuto al pm, che il 31 gennaio rilascia due righe attestando che «gli iniziali elementi di responsabi­lità si sono rivelati non di sicura gravità indiziaria». E ora, dopo un altro mese di esiti negativi, è il pm stesso ad aver chiesto già l’archiviazi­one definitiva.

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