Il sindaco paga il biglietto e manda i profughi a Milano Sala: non fa la sua parte
La vicenda
● Il sindaco leghista di Gallarate Andrea Cassani ha pagato il biglietto del treno a dodici migranti che si erano visti respingere la domanda d’asilo
● Una sessantina di rifugiati sono stati trasferiti martedì da un centro in chiusura a Gallarate (Varese) al centro di Bresso (Milano)
● Dodici di loro non erano inclusi tra quelli trasferiti e alla fine Cassani ha dato loro i soldi per il viaggio in treno a Milano
Ha messo mano al portafoglio è ha pagato il biglietto del treno di sola andata a 12 migranti. Destinazione, Milano. Ma il gesto del sindaco leghista di Gallarate, Andrea Cassani non è di quelli che fanno guadagnare un posto in paradiso. Piuttosto fanno salire nella classifica leghista di chi mette in campo la ricetta più dura contro l’immigrazione. «Una liberazione» ha scritto su Facebook, il primo cittadino. Che secondo la logica leghista ha preso due piccioni con una fava tirando fuori dalla tasca la miseria di 90 euro. Ha «liberato» Gallarate da 12 gambiani a cui era stato revocato il diritto di accoglienza e li ha «spediti» a Milano che dell’accoglienza ha sempre fatto un punto di forza e di vanto. Una beffa.
«Abbiamo agevolato il loro viaggio verso metropoli più accoglienti e con più opportunità di Gallarate». L’ironia del sindaco salviniano (il gesto è stato apprezzato al segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi e dallo stesso Salvini) si è però scontrata con la furia del sindaco di Milano, Beppe Sala: «Una provocazione. Queste sono cose serie. C’è chi fa e chi non fa». E con la reprimenda della Prefettura milanese che ha interessato la Prefettura di Varese e sottolineato che «queste provocazioni non favoriscono la collaborazione tra enti pubblici per una corretta gestione dell’accoglienza».