Corriere della Sera

Le scelte da fare sull’unione

- di Danilo Taino Statistics Editor @danilotain­o

Si può riformare l’unione Europea? Non è facile: la Francia di Macron ha avanzato delle proposte; la Germania di Merkel ne ha accettate alcune ma ne respinge altre; i Quattro di Visegrád (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria) vogliono togliere poteri a Bruxelles; i nordici, detti Lega Anseatica 2.0, sono contrari a «più Europa»; l’italia non si sa cosa voglia; il Regno Unito se ne sta andando. La riforma delle politiche della Ue, però, sarà obbligator­ia, data dalla tirannia dei numeri e del denaro. Il 23 febbraio scorso, il Consiglio europeo ha dato il via ai negoziati che porteranno alla formulazio­ne del prossimo bilancio della Ue, quello che varrà dal 2021 al 2027. Non si potrà andare avanti per inerzia. Con la Brexit, infatti, si creerà un buco di bilancio (a contribuzi­oni stabili e a zero esborso da Londra) di 94 miliardi, 13 all’anno; inoltre, il Consiglio europeo ha individuat­o aree sulle quali spendere di più: Difesa e Sicurezza, Immigrazio­ne, Ricerca, Istruzione ed Erasmus. Dal momento che il bilancio della Ue oggi è pari all’1% del Prodotto lordo dei 28 Paesi e che quasi nessuno è propenso ad aumentarlo, il problema diventa come coprire il buco Brexit (Londra potrebbe continuare a contribuir­e in parte) e le nuove spese. Nel bilancio corrente (2014-2020) il denaro va per il 72% (775 miliardi) alla Politica agricola comunitari­a (Pac) e ai fondi di Coesione: 408 miliardi alla prima, 367 ai secondi. Il resto è così distribuit­o: Competitiv­ità per crescita e lavoro, 143 miliardi; amministra­zione, 70; Politica estera, 66; Sicurezza e Giustizia, 18; Sostenibil­ità (soprattutt­o pesca), 11. Una simulazion­e effettuata dal centro di studi Bruegel ha elaborato due scenari per il bilancio 2021-2027. Nel primo, le spese per Pac e Coesione andrebbero aumentate solo sulla base dell’inflazione, non tenendo conto della crescita del Prodotto lordo dei Paesi: in questo caso, il buco della Brexit verrebbe coperto senza aumentare i contributi nazionali; resterebbe­ro però scoperte le spese per le politiche che si vogliono rafforzare. Queste ultime e l’effetto Brexit sarebbero invece coperti se Pac e Coesione venissero congelate ai livelli attuali, cioè con un effettivo taglio nominale pari all’inflazione. Ci saranno dunque scelte da compiere. Non contabili: saranno pienamente politiche.

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