Corriere della Sera

Popolari, ultima spallata: Bari e Sondrio saranno Spa

La Corte costituzio­nale legittima la riforma: il limite al diritto di recesso non è lesivo

- Stefano Righi

Al termine di una battaglia legale durata più di tre anni, ieri sera la Corte Costituzio­nale ha rigettato tutte le eccezioni di legittimit­à sollevate dal Consiglio di Stato a dicembre 2017 sul ricorso presentato dalla Banca Popolare di Sondrio e dalla Banca Popolare di Bari.

Al centro della vicenda il decreto, poi trasformat­o in legge, del governo Renzi, che il 20 gennaio 2015 impose la riforma del credito popolare, imponendo la trasformaz­ione in società per azioni di tutte le banche che, basandosi sul principio del voto capitario, avevano superato attivi di bilancio di otto miliardi di euro. In Italia erano una decina.

La decisione della Corte Costituzio­nale, che boccia completame­nte il ricorso, dovrebbe quindi portare anche le due banche ricorrenti, Sondrio e Bari, verso la trasformaz­ione della forma sociale. Per di più in tempi ragionevol­mente brevi, probabilme­nte entro l’anno. Neppure il paventato punto sul diritto di recesso, ha trovato riscontro. Infatti, la corte ha stabilito che «non lede il diritto di proprietà» quel passaggio della legge che, «attuando le direttive europee sui requisiti prudenzial­i, prevede la possibilit­à per le banche di introdurre limitazion­i al rimborso in caso di recesso del socio».

Sul punto, martedì, i legali della Banca d’italia, sentiti in udienza, avevano evidenziat­o come nel bilanciame­nto di interessi — da una parte quelli dei soci, intenziona­ti a uscire dal capitale di una società sul punto di divenire diversa da quella in cui avevano investito e dall’altra quelli della banca — l’elemento dirimente è la tenuta del patrimonio di vigilanza dell’istituto di credito che «non può essere messo a rischio».

A Sondrio sembra dunque sul punto di finire una storia ultrasecol­are. Ma quella valtelline­se è una banca già quotata. Ben più complessa la condizione a Bari.

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Due coop La Popolare di Sondrio (in foto il ceo Alberto Pedranzini) e la Popbari sono le uniche banche non ancora trasformat­e in spa. Ora devono procedere

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