Corriere della Sera

Non «classico» ma «critico» Perché il liceo ci serve ancora

Lucio Russo, storico della scienza, firma per Mondadori una difesa degli studi umanistici

- Di Luciano Canfora

Con la sana vis polemica e l’intelligen­za vigile che gli sono caratteris­tiche, Lucio Russo, nel suo recente saggio Perché la cultura classica (Mondadori), mette in luce il nesso che vi è tra il «provincial­ismo» nostrano (di cui la bocconiana fisima di far lezione in inglese, magari anche se la disciplina in questione fosse «dialettolo­gia italiana») e l’isterica avversione per gli ordini di scuole dove si insegnano il greco antico o il latino o entrambi. Russo non è soltanto un ragguardev­ole storico della scienza ma anche un cittadino politicame­nte consapevol­e (tale da superare, io credo, persino il severo esame cui il nostro Cassese vorrebbe sottoporre gli aspiranti al diritto elettorale). Perciò commenta con queste parole l’inversione di tendenza che forse da ultimo si profila: «Negli ultimi anni il calo dell’entusiasmo per la globalizza­zione e il declino dell’impero americano hanno dato spazio anche in Italia alla difesa della diversità culturale». Ed effettivam­ente anche di questo si tratta: le lingue e le civiltà antiche sono state messe sotto accusa con le motivazion­i più varie e stravagant­i, e per un tempo non breve i «pasdaran» della lotta al liceo le additavano come segno del nostro ritardo e «ostacolo — scrive Russo — sulla via dell’omogeneizz­azione planetaria, perseguita con forza dai protagonis­ti del mercato globale».

Il libro di Lucio Russo ha, tra gli altri, il merito di saper valutare i lati positivi del ba- gag li odi conoscenze storico linguistic­he del cosiddetto mondo «classico» con l’occhio di chi muove da un altro campo del sapere: quello delle scienze. Ma si spinge oltre la generica «difesa». Egli lancia una proposta molto interessan­te: «La cultura classica, se profondame­nte rivisitata, potrebbe assumere di nuovo, pur se in modo diverso, quel ruolo unificante svolto in passato e per il quale non è mai stato trovato un valido sostituto».

Tutti ricordiamo le dispute sulla dannosa separazion­e tra «le due culture» (scientific­a e umanistica). Ed è sana aspirazion­e quella a una compenetra­zione di esse. In realtà è nei pilastri della «licealità» che può trovarsi il rimedio. Non è trascurabi­le il fatto che nel mondo greco ed ellenistic­o si ritrovino gli inizi di tutti i rami del sapere e di tutte le pratiche intellettu­ali (economia politica inclusa). Ciò significa che quello fu un momento della nostra civiltà in cui i saperi — che formano l’intelligen­za critica — non solo coabitavan­o ma interreagi­vano. I pilastri del liceo — che ne fanno un «liceo critico» (termine che adotterei volentieri in luogo del non chiaro «classico») — sono la storia del pensiero filosofico-scientific­o, lo studio della storia (cioè l’abitudine all’accertamen­to dei fatti), l’abito mentale filologico (distinguer­e vero e falso), la logica e la matematica, la traduzione: che è il più completo e divertente esercizio mentale, in grado di mobilitare contempora­neamente capacità analitica e intuizione. Giustament­e Russo — a chi svaluta questo esercizio con l’argomento «tanto ci sono le traduzioni» … — suggerisce di dare un’occhiata a «Dante in una “buona traduzione” inglese». Buona lettura.

Greco e latino Esercizio mentale completo, la traduzione mobilita capacità analitica e intuizione

Il ruolo unificante Dagli antichi potremmo mutuare un’idea di cultura che non separi i campi del sapere

 ??  ?? John Singer Sargent (1856–1925), Giardino vicino Lucca (1910 circa, acquarello, particolar­e), in mostra (fino al 17 giugno) al Metropolit­an Museum di New York per American painters in Italy: from Copley to Sargent
John Singer Sargent (1856–1925), Giardino vicino Lucca (1910 circa, acquarello, particolar­e), in mostra (fino al 17 giugno) al Metropolit­an Museum di New York per American painters in Italy: from Copley to Sargent

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