Corriere della Sera

Non solo «Gomorra»: Napoli torna protagonis­ta

- V. Ca.

ROMA L’oro di Napoli riluce ancora. La città partenopea risorge sullo schermo, oltre il male Gomorra. Una pioggia di candidatur­e ai David di Donatello, 41, erano concentrat­e su film ambientati in quella città. Ammore e malavita e la fantasia scoppietta­nte dei Manetti Bros, i fratelli che nelle terrazze dei cineasti sembravano sempre come gli imbucati alle feste, il loro music crime era già stato accolto da un successo inatteso alla Mostra di Venezia (16 candidatur­e); Napoli velata di Ferzan Ozpetek dove Vesuvio e cliché cedono il posto a scorci, luoghi e riti arcaici meno noti, immersi in misteri e sensualità, e le attrici del luogo, in testa Lina Sastri bionda, private della loro identità (11); La tenerezza di Gianni Amelio, storia di solitudini e di amori sottratti tra un avvocato e i suoi figli in una casa al centro di Napoli (8); Gatta Cenerentol­a, la fiaba dark ambientata al porto, dove regna un narco boss: anche questo progetto è stato ospite al Lido, ed è la prima volta che un’animazione finisce nella cinquina finalista ai David (7). Napoli mille colori, la forza di uno stupore che continua, una città che ne contiene altre, passioni e contrasti inanellati in una narrazione contempora­nea che pure tiene vivo il senso del passato. Il sindaco del capoluogo campano De Magistris ha dichiarato che all’ombra del Vesuvio «oltre 400 film sono stati girati in due anni». Difficile controllar­e questo dato, mentre è stato accertato nel 2016 il 49 percento in più di turisti rispetto al 6 su scala nazionale. Quel che è certo è che l’eccellenza del cinema italiano passa da un nuovo, possibile Rinascimen­to del Sud.

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