Diritti tv, Cairo: «Capire la lettera di Mediapro»
Davanti al primo numero della Gazzetta dello Sport stampato su carta verde 122 anni fa il 3 aprile 1896, che in quanto «icona del Made in Italy» nata in Lombardia resterà esposta per un mese nella hall dell’assolombarda a Milano il presidente di Rcs Media Group, Urbano Cairo, a fianco del presidente della associazione confindustriale Carlo Bonomi, loda il quotidiano sportivo — «Avere un giornale che arriva a 122 anni così in salute, come primo quotidiano per lettori in Italia è motivo di soddisfazione» — ma non evita i nodi più delicati della partita dei diritti tv e della governance della Lega serie A. A cominciare dalla lettera di Mediapro, il gruppo spagnolo che si è aggiudicato come intermediario i diritti della serie A per 1,05 miliardi, circa le modalità di vendita delle licenze dopo il faro acceso
dall’antitrust. Una mossa che mette in dubbio il pagamento della prima tranche da 50 milioni: «Ci deve essere il primo pagamento e una fideiussione per l’intero importo», dice Cairo, parlando come presidente del Torino, «se così non fosse ci sarebbero dei problemi e quindi dovremmo gestire la cosa a livello legale. Spero non accada. Bisogna capire se si chiede semplicemente un “fine tuning” o altro». Spende parole di apprezzamento per Gaetano Micciché, neo presidente della Lega: «Ha un curriculum di primissimo ordine, è una persona di altissimo livello, credo che sia molto utile per darci una spinta e per uscire dalle secche di un commissariamento troppo lungo», mentre glissa sulla ricerca dell’amministratore delegato (per il quale si fanno i nomi di Stefano Domenicali e Marzio Perelli): «Non sono nomi esaminati in commissione», rinviando al lavoro del cacciatore di teste.