Quel balletto di Alba Arnova, primo dei grandi «scandali» Rai
D a una giornalista del New York Times che chiedeva informazioni, sono venuto a sapere della morte di Alba Arnova (11 marzo 2018). Il suo vero nome era Alba Fossati, nata a Buenos Aires il 15 marzo 1930. Giovanissima, è stata étoile e poi prima ballerina del Teatro Colón. In Italia, ha partecipato come attrice ad alcuni film diretti da Mario Soldati, Mario Mattoli, Alessandro Blasetti e Vittorio De Sica (Miracolo a Milano, 1951, dove ebbe la parte della statua che si anima).
È stata prima ballerina in molte importanti produzioni firmate da Garinei e Giovannini, grandi riviste che hanno tenuto cartellone per fortunate stagioni al Teatro Sistina di Roma. Ha sposato il compositore Gianni Ferrio. Il suo nome è però legato a uno dei primi grandi «scandali» della Rai. Il 29 novembre 1956 Alba si esibisce in un grazioso balletto all’interno della rivista La piazzetta condotta da Billi e Riva. Complice il bianco e nero, che tramuta la calzamaglia in presunta nudità, Alba provoca brividi inconfessati e non pochi censori. Accusata di essere nuda, fu bandita dal teleschermo (fortunatamente il frammento è visibile su Youtube).
Anche la trasmissione fu sospesa: «Io danzavo — si difese poi la ballerina — indossando il costume da prova di balletto, cioè la calzamaglia rosa e il corpetto nero, tutto molto aderente. Venne fuori il finimondo. Il giorno dopo, al telefono, m’insultarono, mi spedirono anche pezzi di stoffa per farmi le mutande». Direttore generale era Rodolfo Arata, che veniva direttamente dalla direzione del Popolo. Di lì a poco scoppierà lo «scandalo dei mutandoni» per il balletto finale di Canzonissima del 1959. Delia Scala e il corpo di ballo dovettero rivedere in fretta e furia costumi e coreografia. Erano tempi in cui Guido Gonella, in una riunione del Consiglio dei ministri, accusava la tv «di aver introdotto Togliatti e le ballerine nel cuore delle famiglie italiane».